STIAMO TRATTANDO? SEMPRE!

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur

A chi fa finta di scandalizzarsi per gli ultimi esiti del processo sulla trattativa stato-mafia, bisognerebbe ricordare che questa trattativa non è qualcosa di eccezionale o di episodico, ma caratterizza, da sempre, ossia dalla sua costituzione la nostra storia nazionale. La trattativa tra stato mafia ha inizio con l’Unità d’Italia. Tutto nasce con gli accordi tra cosa-nostra siciliana e Garibaldi con le sue camicie rosse. Questa trattativa si amplifica con Crispi che, al posto di occuparsi dei problemi del meridione d’Italia, porta il Paese al disastro e alla vergogna di Adua in una folle politica coloniale da grande potenza, quando l’Italia era ancora tutta da unificare. La trattativa entra nella storia con Giolitti, non a caso definito da Salvemini: ministro della malavita, con una definizione che farà scuola.

Questa trattativa ha una sorta di battuta d’arresto solo con il fascismo che, con la repressione di Mori, il prefetto di ferro, costringe la manovalanza mafiosa a scappare in USA, ma appena Mori toccò i legami che la mafia aveva anche con il fascismo ai vertici ci fu la promozione di Mori stesso da prefetto a senatore con la formula sempiterna di: promoveatur ut amoveatur. La trattativa tornò prepotentemente alla ribalta con lo sbarco degli alleati in Sicilia, Lucky Luciano che lavorava per l’antenato della Cia e il capo della mafia di allora Calogero Vizzini proclamato sindaco di Villalba dall’amministrazione alleata in Sicilia, con i picciotti che sparavano in aria con la lupara, come si fa ancora oggi in Iraq, gridando: viva la mafia.

La trattativa tra stato e mafia si istituzionalizzò con l’andata al potere della Democrazia Cristiana nelle famose elezioni politiche del 1948, in cui la DC prese, da sola, il 48,5% dei voti, percentuale mai più raggiunta da nessun partito in tutta la nostra storia repubblicana. Tuttavia questa trattativa è durata e perdurata durante tutti i governi della Prima Repubblica che hanno visto le organizzazioni criminali italiane, e la mafia in particolare, essere usate in funzioni anticomunista. Che tipo di democrazia poteva nascere con gli accordi con questi “galantuomini” non è dato sapere, anche se, non a caso, il partito che sempre tenne i giochi durante questo periodo storico alla parola democrazia, faceva sempre seguire l’attributo di “cristiana”. E proprio con un aforisma di uno dei leader massimi di questo partito voglio chiudere e concludere questa mia brevissima disamina: “Si fa la guerra, con i soldati che ci sono” Giulio Andreotti. Detto anche Belzebù.

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur