Terranova di Pollino; liturgia della natura.
Terranova di Pollino (PZ) – Si è conclusa festosamente la prima parte dell’antichissima tradizione popolare della Pita, rito arboreo certamente di origine pagana con innesto religioso cristiano. La giornata, caratterizzata dal taglio di un abete nel bosco di Cugno dell’Acero e del trasporto a valle, non è stata aiutata dal tempo inclemente che, però, non l’ha nemmeno impedita. Tutto anche grazie alla buona volontà e all’impegno dei cosiddetti “pitaioli” (l’abete è qui chiamato pita) che non si fermano davanti a niente, e ai tanti giovani che con la forza delle braccia hanno offerto al paese e a tutti gli intervenuti (molti anche da lontano) uno spettacolo veramente lodevole. La seconda parte, l’alzata e la scalata, avverrà il 13 giugno prossimo, festività di Sant’Antonio da Padova.
La presenza poi dell’Università di Basilicata, con suoi professori e studenti, nonché di un nutrito gruppo di liceali di Cuneo, in Piemonte, qui per un progetto di studio sui riti arborei, ha fornito quel tocco informativo e culturale che non nuoce ad un evento le cui origini si perdono nei tempi e con azioni di cui spesso non si capta più il significato, anzi lo arricchisce..
Questi studenti, nella giornata di venerdì, hanno tenuto un incontro nella sala consiliare con la popolazione al fine di socializzare e di cercare di capire cultura e tradizioni locali.
L’evento ha avuto inizio al mattino presto col taglio dell’abete, individuato e scelto in precedenza dai “pitaioli” e trasportato poi per un buon tratto su un trattore.
Il percorso nella contrada Casa del Conte ha avuto, come consuetudine, delle soste per rifocillarsi con assaggi di prodotti tipici, compreso un buon bicchiere di vino. La stessa “ritualità” nel pomeriggio, durante il lungo tragitto per la strada principale del paese. Tragitto che si è snodato al suono di zampogne ed organetti e si è concluso a tarda sera nella soddisfazione di tutti.
Si coglie l’occasione per elencare i paesi che portano avanti la tradizione dei riti arborei nei boschi del Pollino e delle Dolomiti lucane: Accettura, Castelmezzano, Oliveto Lucano, Pietrapertosa, Castelsaraceno, Rotonda, Viggianello e Terranova di Pollino appunto. Tutti questi riti sono legati alla devozione e alla protezione di un Santo. Quasi tutti celebrano l’unione tra due alberi o della cima di uno con il tronco dell’altro come avviene nel matrimonio. A Terranova questo aspetto non si rileva.
Durante l’incontro degli studenti cuneesi sono stati messi in rilievo anche alcuni problemi legati a questi riti, che pure è necessario considerare. Dal sacrificio degli alberi che comunque vengono abbattuti, alla necessità di rimodulare le tradizioni adeguandole ai tempi e alle esigenze di lavoro nuovi, all’aspetto turistico ed economico di tali eventi, alle imposizioni legislative odierne vincolanti e spesso difficili da ottemperare, pena molte volte la rinuncia, fino al rapporto, spesso conflittuale, della religiosità popolare con la religione ufficiale che tenta, quest’ultima, a mantenere un controllo e ad impedire manifestazioni esagerate e devianti della prima, che non poche volte prende il sopravvento inventandone di ogni genere.
Fonte: Prof.Antonio Di Taranto. Immagini fornite dall’autore.