VENDONO CASA E VANNO DAI FIGLl
(Il nuovo dramma lucano)
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Il tempo inesorabile fa il suo corso… Quelle misere dimore sul colle che ospitavano uomini e animali ora sono ristrutturate e senza bestie. Nè si vedono gaie galline razzolare, cani rincorrere gatti, voli di colombi.
Nè vi sono bambini festosi giocare, nè riunirsi uomini e donne all’ombra in ben determinati punti delle strade: persone a gruppetti ad ascoltare voci distensive ed appaganti chiacchierare arricchite da ironia paesana e bonaria, imitando l’incedere di amici con gesti e voci caratteristiche di altre persone. Ironie che portavano a una sana allegria che finivano sempre con una sonora risata.
Sul colle, come sempre, qualcosa cambia, in quanto il tempo deve fare il suo corso… percorre il susseguirsi dei domani disegnando anni, lustri e secoli. Quante variegate parvenze pone quella nostalgia verso padri e madri passati a miglior vita e quei di bambini ora divenuti adulti, si sono accasati, hanno messo al mondo i loro figli, ora, sono divenuti anziani anche loro.
Sono anziani con le spalle curve, che si sostengono con bastoni, che si ritrovano per abitudine in piazze anguste o su strade dove possono sedere su panchine nei pressi di un bar o vicino alla chiesa. Cercano con le parole e con gli sguardi, qualcosa da dire, da ricordare, da chiedere ma sempre racconti di ere politiche o cose che non possono più fare.
Anziani sì, ma importanti per figli e nipoti, in quanto a volte sono l’unica risorsa, nella famiglia, unico gettito economico di conseguenza diviene imperativo che siano curati bene e tenuti in salute, ben trattati, protetti e coccolati.
Le vecchie dimore, non sono più tali, anche loro hanno seguito il tempo, divenendo villette confortanti ma solitarie o ruderi in totale abbandono, quindi sulle cui porte sgangherate è apposto un cartello dal colore rosso sgargiante dove sù appare con voluta evidenza la dicitura”” VENDESI “” a porre tristezza.
Similmente alle dimore: le strade, dove queste hanno un nuovo lastricato, nuovi lampioni per illuminazione, nuovi marciapiedi, rendendo piacevole una camminata o un breve soggiorno. Alcune bottegucce offrono prodotti locali: hanno sostituito salumerie, mercerie e cantine del vino, del fumo e del tressette.
Le pizzerie hanno preso il posto di antichi forni a legna, gli agriturismo sono invitanti. Ma le strade più periferiche, in triste e deleterio totale abbandono: peccato. Erbe coriacee hanno invaso angoli sotto resti arrugginiti di vecchi luminari, sono inefficienti e penzolano da pali o da pareti di mura scalcinati marcescenti.
Fanno tenerezza le porte sgangherate che si affacciano su queste strade non più frequentate, porte dipinte di verde in un tempo lontano, ora sbiadite, i cui interni, si sono svuotati non solo delle persone e dei tanti ricordi che quelle strade recavano…
Come i tanti armoniosi e belli fontanini di ghisa, miracolo di acque sgorganti e sorgenti di vita. Ma c’è di peggio: gli anziani, raggiunta la pensione, mettono “”vendesi”” alla sua casa e vanno via. Quanta tristezza scende sulle loro spalle.
Quanti copiosi rivoli di lacrime trattengono, vanno per rimanere dai figli, lasciano il borgo. Una vita di sacrifici per dare un futuro ai figli. Che tristezza ha il mio cuore nello scrivere, constatare che in Lucania niente è cambiato in meglio, le cose quì, sono peggiorate, allora: buon viaggio vecchio lucano, non morire di dolore.
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Si ringrazia per speciale concessione da parte dell’autore: Domenico Friolo
Foto di copertina fornita dall’autore.
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luglio 2021. Marburg.