“A mastr’cusëtor'”(La sarta di un tempo)

Tratto da:Onda Lucana®by Franca Iannibelli

Per vestirsi oggi, basta avere soldi in tasca e scegliere, un negozio di abbigliamento, ed è subito esaudito un bel desiderio in tempo reale.

Negli anni 60, nei nostri piccoli paesi, non c’erano boutique alla moda; per cui bisognava adattarsi con i negozi esistenti, che di solito vendevano tessuti, chiamati: “u pannaccer” o i “mastr’sart“, le sarte e i sarti, che con le loro macchine da cucire a pedali, grosse forbici e tanta esperienza, confezionavano abiti su misura.

La sarta e il sarto erano dei veri professionisti, avevano gran gusto nel realizzare gli abiti. Inventavano modelli, tagliavano, imbastivano, misuravano, modificavano e realizzavano capi di classe per ogni occasione. Avevano dei grandi cataloghi campionari dove i clienti benestanti sceglieva la stoffa per realizzare cappotti o vestiti.

Ferrodepassar

A “sart” aveva “i discipulë” (apprendiste), le quali avevano turnazioni minime e un gran lavoro, il quale alle volte comportava sacrifici; come ad esempio nei periodi festivi, per il Natale e la Pasqua, tornavano anche dopo cena per finire in tempo tutti gli abiti commissionati. Per diventare brave sarte ci si doveva applicare molto, acquisire quella esperienza da apprendiste almeno per 5 anni, si incominciava prima con le imbastiture, con orli, al taglio e poi al cucito.

Sul tavolo della sarta oltre al righello, gli attrezzi utili erano; spugna bagnata per vaporizzare le stoffe, un pezzo di sapone che fungeva da gesso, il “pescalotto” che era un attrezzo per stirare parti difficili; come maniche, baveri e parti arrotolate, non mancava il ferro da stiro rigorosamente costruito in ferro e alimentato con brace ardente; (grande attenzione posta durante lo “stirare”delle parti, affinchè, qualche scintilla incandescente non potesse bucare la stoffa).

Nel tempo anche per questo piccolo elettrodomestico ci sono state delle evoluzioni necessarie, per cui sostituito con il ferro elettrico, con materiali più compatibili all’uso quotidiano e flessibile nel suo utilizzo frequente e solo negli anni ottanta quello a vapore, studiato per non aderire alle parti di tessuto.

Per confezionare un vestito la cliente doveva recarsi varie volte presso la sarta; prima per le misure, poi un’altra dopo imbastito il capo per qualche modifica ed infine a lavoro terminato. Insomma la tempistica era praticamente incalcolabile c’erano settimane di attesa da parte del cliente, un mondo lontano anni luce, ma restano i tanti ricordi seducenti che destano in noi tanta curiosità ed immaginazione.

Tratto da:Onda Lucana®by Franca Iannibelli

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Si ringrazia l’autore per la cortese concessione –  Foto di copertina tratta da Web. Foto di interna tratta da Wikipedia:

https://it.wikipedia.org/wiki/Ferro_da_stiro