Anna – Le sale telefoniche.

Tratto da: Onda Lucana® by Vito Coviello

Nota dell’autore: <Qualsiasi riferimento a fatti, luoghi o persone, è puramente casuale, ed inoltre la presente opera, ed il suo ebook è volutamente senza alcun diritto di autore o di editori. La presente opera è richiedibile gratuitamente dalla (L’ASSOCIAZIONE CIECHI, IPOVEDENTI ED INVALIDI LUCANI ACIIL ONLUS), http://www.aciil.it inviando una mail a: aciilpotenza.alice.it ed è assolutamente gratuito ed è scaricabile sempre gratuitamente dal sito del giornale online http://www.gio2000.it si possono anche ascoltare altri su YouTube> alcuni racconti liberamente tratti dal presente romanzo intitolati: <“Il sorriso di Marisa… Paola ed i suoi ricordi… Paola ed il suo canto libero… Maria e la sua solitudine… Malian gli occhi di una mamma… Anna in riva al mare… E per ultimo: Anna, la luce oltre il buio di Vito Coviello“>, naturalmente ancora su YouTube.

27. Anna – Racconto 24.

Le sale telefoniche, virtuali: Nonostante fossi stata molto chiara con Luca, lui e la su mamma, mi ossessionarono giorni e giorni, con telefonate e messaggi, a qualsiasi ora del giorno o della notte, tanto che fui costretta a cambiare la sim al mio Nokia 6630, con un nuovo numero di telefono.

Chiamai quindi, ai miei parenti ed i miei amici, per avvisarli del mio nuovo numero di telefono, del perché l’avevo cambiato, e soprattutto di non darlo a nessuno. Chiamai il mio amico di Altamura, Vitaliano, che mi credeva ancora a casa di Luca, e per questo non aveva voluto disturbare.

A Vitaliano, raccontai tutto, e lui seppe capirmi e consolarmi da vero amico, e anzi, poiché aveva scritto delle poesie d’amore dedicate alla su moglie, Luna, me ne recitò qualcuna, per distrarmi, ed io gli dissi che Luna era davvero fortunata, e di salutarmela. Poi chiamai anche Cecco di Volterra, che mi parlò di una sala telefonica virtuale, di noi ciechi, dove avrei potuto parlare, con tanti altri non vedenti di tutta Italia, e dove chiamava sia lui, che Vitaliano.

Presi a frequentare quella sala, giusto per fare du chiacchere, e per non sentirmi sola. Un pomeriggio di giugno mi trovai nella sala due persone, a cui aveva detto della sala, una mia amica di Palermo: un tal Riccardo, di Napoli, e un altro cieco di Bologna, suo degno compare. I due, per i quali, la cecità, era senz’altro il male minore, pensandomi sola, mi incominciarono a dirmi tante di quelle volgarità, neanche io fossi una di quelle, da lasciarmi senza parole e da farmi scoppiare in un pianto dirotto. Vitaliano, che era appena arrivato, apostrofò hi due dicendo loro che aveva in registrazione la conversazione, che voleva i loro nomi e cognomi e che li avrebbe denunziati entrambi.

I due bischeri, sentendo che c’era qualcuno che mi difendeva e che prometteva di portali in tribunale, da vigliacchi quale erano, scapparono subito via. Ero ancora a singhiozzare, che Vitaliano mi disse di uscire dalla sala, che lui mi avrebbe richiamato subito.

Appena sentii lo squillo, risposi a Vitaliano che stavo ancora piangendo, il mio amico di Altamura, riuscì a farmi calmare, poi visto che sapeva che a me piaceva il mare, e per cambiare discorso mi parlò di un albergo di Riccione, proprio sul mare, attrezzato per no cechi, ed a pensione completa e mi consigliò di andarci, che ci sarebbe venuto anche lui e Luna, la sua cara mogliettina, e mi diede il telefono di quell’albergo.

Tratto da: Onda Lucana® by Vito Coviello

Versi di Vito Coviello scrittore materano non vedente.

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