UNA STORIA IMMORTALE: IL GATTOPARDO

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur

Una delle categorizzazioni e dei soggetti storici più importanti e di più lunga durata è quella che corrisponde al soggetto storico del mito nella storia. Mito da leggersi come invenzione e leggenda, come falso storico su cui si costruisce una realtà che su quella falsità si basa e ne trae sostentamento. Un esempio storico di questo mito nella storia è stato quello della donazione di Costantino, in realtà mai avvenuta, con il quale l’imperatore romano giustificava il potere temporale della chiesa. Solo con l’umanista Lorenzo Valla si scoprì quanto era falsa questa donazione –trattasi di vero e proprio falso storico- e si iniziò a mettere in dubbio quel potere temporale che la chiesa aveva, fino ad allora, esercitato e tenuto proprio in forza a quella primigenia e falsa donazione.

Ai giorni nostri, con l’esplodere della società di massa, della comunicazione e dei social network i falsi storici hanno preso un nuovo nome –fake news- che fa certamente più fino detto in inglese, anche se la sostanza resta sempre la stessa. Of course. Cerchiamo, quindi, di mettere in luce e smontare alcuni di questi recentissimi falsi storici o fake news che dir si voglia. Partendo da una considerazione, circa il fantomatico complotto dei mercati ai nostri danni da quando è andato al potere l’altrettanto fantomatico “governo del cambiamento”. Pecunia non olet. Mai. In un mondo globalizzato tutto quello che accade, ha effetti globali, così come globali sono i protagonisti.

Per fare chiarezza su alcuni falsi storici, spacciati come verità sacrosante e postulatorie, è giusto, doveroso e, oserei dire, quasi obbligatorio ricordare che: 1) Berlusconi si è suicidato politicamente con le “cene eleganti” che in un Paese cattolico come il nostro hanno portato alla fine della più forte maggioranza che la storia della Repubblica rammenti. 2) la magistratura italiana ha salvato l’Italia dalla bancarotta con l’inchiesta Mani Pulite che è nata nel 1992 solo perché solo allora poteva nascere in quanto solo allora il pericolo del comunismo è cessato e questo la dice lunga sul tipo di democrazia in cui abbiamo vissuto. Io ne ho parlato e scritto in un mio articolo, intitolato, non a caso: democrazia bloccata. 3) le banche le hanno volute salvare, prima di tutto, gli USA, consiglio di vedere al riguardo il film too big to fail (troppo grandi per fallire) che testimonia giorno per giorno la crisi e il salvataggio di 800 miliardi di dollari fatto ad opera del governo americano.

Ed è naturale che ciò accadesse, anche se non è giusto, perché se fossero fallite tutte le banche ci sarebbe stata l’esplosione totale del sistema, non ci sarebbero stati proprio più i soldi e sarebbe scoppiata, come era naturale che fosse, la guerra. L’ultima. 4) e ultimo, pensare che questo governo che con la politica del debito pubblico attua semplicemente la politica finanziaria degli ultimi scampoli marci e consunti del pentapartito e del CAF, sia qualcosa di buono o anche solo lontanamente di nuovo, è non avere alcuna conoscenza storica.

Non è assolutamente il nuovo che avanza, per citare la famosa frase, ma il vecchio che è avanzato e il peggio che ritenta. Se abbiamo quel mostruoso debito pubblico lo dobbiamo, infatti, alle politiche debitorie del pentapartito che fecero esplodere la spesa pubblica tra il 1980 e il 1992. E uno poi si domanda a che cosa sia servito cambiare 3 repubbliche se dobbiamo assistere al peggio della 1, cantato superbamente da Checcozzalone nella canzone intitolata, appunto: “La Prima Repubblica”. “Sono soldi dati agli italiani, ma con soldi di altri italiani!” Carlo Cottarelli dixit.

E vedere la terza e nuovissima repubblica che si comporta, finanziariamente parlando, esattamente come la prima in fase agonica massima, mi porta a pensare quanto avesse ragione quel genio di Tomasi di Lampedusa, quando fa dire al suo Tancredi, nel Gattopardo, l’unico vera effige dei partiti eterna di questa nostra disperata e macilenta Italia, “Bisogna che tutto cambi affinché tutto resti com’è”. E se ci pensate bene la nostra storia, da quando siamo diventati una nazione unita, non è altro che un susseguirsi incessante e ininterrotto di gigantesche gattopardate.

Per concludere su questo “governo del cambiamento” che dovrebbe far ridere ogni persona di buon senso al solo sentire la parola “cambiamento”, ricordo che sulla poltrona del ministro degli esteri siede un ministro che era ministro anche nel governo dell’odiatissimo e, a tratti dipinto quasi come vampiresco, “governo Monti”. Ora, quindi, abbiamo un governo che dice di voler superare, abolire e distruggere l’odiosissima legge Fornero, ministra proprio di quel governo Monti che fece la legge sotto quel governo, che aveva per collega l’attuale ministro degli esteri del governo del “cambiamento” (ah, ah!) che, ergo, odia il se stesso di qualche anno fa. “La politica italiana non va studiata sui libri, ma al palio di Siena” Indro Montanelli

Tratto da:Onda Lucana® by Angelo Ivan Leone-Docente di storia e filosofia presso Miur