Lo slogan in Baviera di Alternative fur Deutsland: Il nostro paese, la nostra patria. La Baviera. Certamente.
Le elezioni nei land tedeschi non sono mai un evento locale, figuriamoci se questa volta alle urne va la potente e popolosa Baviera. Nove milioni di elettori bavaresi sono chiamati alle urne domenica 14 ottobre per il rinnovo del parlamento.
Il voto nel Land più ricco della Germania rischia di provocare un terremoto a Berlino e potenzialmente è carico di conseguenze anche a livello europeo. Abituata a robuste maggioranze assolute nella potente e popolosa Baviera, l’Unione Cristiano-Sociale (CSU, affiliata alla CDU i Angela Merkel) deve sperare di arrivare alla soglia del 40% dei voti, missione che gli ultimi sondaggi segnalano come tutt’altro che scontata. Anzi, per dirla tutta, la CSU è stimata ben sotto la soglia che le darebbe la maggioranza assoluta nel Parlamento bavarese.
Prevedibili seri guai, quindi, per il ministro dell’Interno Horst Seehofer, ma anche per la cancelliera Angela Merkel e non per ultimo per la Ue. Ecco perchè il voto bavarese di domenica è molto più di una verifica a livello regionale.
Ovviamente, l’attesa è molto alta per il risultato che potrà ottenere la nuova destra tedesca dell’AfD. Alternativa per la Germania conta di capitalizzare dopo una campagna centrata sulla questione migranti e il concreto pericolo islamico, nel Land che è stato il cancello d’ingresso per buona parte dei migranti entrati in Germania tra 2014 e l’estate del 2015, quando la Merkel spalancò le frontere tedesche all’invasione degli extracomunitari, oltre 1,6 milioni. Un numero enorme.
I sondaggi promettono all’Afd l’esordio nel parlamento bavarese con il 12-13% dei voti, arrivando così ad essere presente in 15 su 16 parlamenti regionali. La Csu, sempre in base ai sondaggi, è praticamente certa di perdere la maggioranza assoluta e dovrebbe attestarsi attorno al 35% dei voti (un sondaggio addirittura la piazza al 33%). Oltre all’Afd, è atteso un exploit elettorale dei Verdi, dati al 16%, ma il dato è fragile.
Va detyto che un 35% che farebbe sorridere molti partiti in Europa, in Baviera per la Csu sarebbe una catastrofe. Infatti, la Csu ha avuto la maggioranza assoluta in Baviera dal 1954, con una sola eccezione nel 2008 e comunque non è mai scesa sotto il 43% dei voti. Questo ha sempre permesso ai leader bavaresi di avere molta voce in capitolo a Berlino e posti di rilievo, non ultimo quello di ministro dell’Interno per Seehofer.
Proprio lui, tuttavia, ha plasmato buona parte della politica CSU in vista del voto di domenica, distanziandosi dalla linea di ‘accoglienza’ di Merkel sui migranti, entrando in rotta di collisione l’estate scorsa con la Cdu della cancelliera e con i socialdemocratici, portando il Paese sull’orlo di una crisi di governo. Oltre ai migranti, Seehofer lanciato dispute con gli alleati sulla questione del pedaggio autostradale per gli stranieri e sulla gestione del ‘dieselgate’.
Così, il voto di domenica diventa anche un referendum sul responsabile degli Interni, malgrado lui abbia tentato di chiamarsi fuori: “Non ho interferito con la campagna elettorale che resta una prerogativa di Soeder (il governatore bavarese) e sui respingimenti dei rifugiati alla frontiera eravamo d’accordo fino ad agosto”. Markus Soeder, ex delfino ed ex ministro delle Finanze quando Seehofer era governatore, ha detto che “i venti che tirano di traverso da Berlino” sono i veri responsabili del calo del partito in Baviera. Insomma, se la CSU va molto male domenica, uno dei due dovrà pagare e le testa di Seehofer potrebbe essere la prima a rotolare, sia come leader del partito che come ministro dell’Interno. Vari analisti fanno notare che questo epilogo sarebbe gradito a Merkel, logorata dal conflitto con Seehofer, soprattutto sui migranti. Ma la cancelliera ha anche buoni motivi di temere il risultato bavarese.
Infatti, potrebbe tracollare l’alleato Spd. Anche l’Spd è in forte calo da mesi e dal 20% del 2013 secondo i sondaggi è ora ad un risicatissimo 12%. Molti voti socialdemocratici sarebbero passati all’altro partito in ascesa, i Verdi, che possono sperare di arrivare a domenica al 18% delle preferenze, ma una fetta considerevole potrebbe votare anche a destra, dato che l’Spd proprio per le sue politiche sull’immigrazione a favore di chi è straniero ha perso la metà dei voti alle scorse elezioni nazionali.
Un tracollo dell’Spd porterebbe nuova instabilità per il governo centrale di Berlino, dove al governo con grande fatica si è arrivati alla Grosse Koalition tra Cdu e Spd.
Se davvero l’AfD trionfasse domenica prossima, la CSU potrebbe essere tentata di formare un governo bavarese di destra con la stessa Afd. Prospettiva, questa, temibile, non solo per la Merkel ma anche per l’Ue: l’ascesa dei nazionalisti al governo in Baviera avrebbe certamente forti ripercussioni a livello europeo.
Fonte: ilnord.it (qui)
via Baviera, Domenica al voto. La Csu crolla nei sondaggi. Il governo Merkel trema. — massimogelmini.it
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.