Essere-esistere

Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda

Estate; la stagione gaudente, ridente, ed anche un po’ deficiente. Per carità, l’ultimo aggettivo non va inteso come offensivo, esso indica la mancanza di qualcosa; dal latino deficiens-entis, indica il venir meno dell’essere. Manca qualcosa, la non completezza di ognuno, di ogni ente che, provenendo dall’Essere è per forza di cose non più completo, il deficit esprime la caduta dall’Uno nella materia.

La deriva gnostica è spiegata in questo termine, abusato e reso altro da sé. Non si tratta della semplice banalizzazione di situazioni correnti, il voto insufficiente che nelle scuole classiste, (e cos’è più classista del liceo classico?) si usa per umiliare gli studenti con l’aggettivo deficiente. La realtà è molto più drammatica, accende il dibattito filosofico da millenni. L’essere e il non essere sono alla base del pensiero umano. Come ci si risolleva? Non certo percependo la materia come caduta, ma è ardua battaglia.

Il tempo nostro è dominato dal neo-gnosticismo, infatti: non è forse fuga dalla realtà, dalla materia così com’è, cercandola di modificarla a tutti i costi, anche di non rendersi più umani, quelle varie pratiche che vanno dal tatuaggio al chip sottocutaneo e financo al cambio di sesso come si cambiano gli abiti? Basta, non prendiamoci troppo sul serio, non atteggiamoci a vecchi Soloni, che semanticamente e non solo siamo prossimi alla sola, altro che vecchi saggi.

Tuttavia, quando non si corre dietro alle sottane blu-stellate della Von Der Leyen e della Merkel, e dunque non si votano i partiti demo-liberal, si è naturalmente portati ad affacciarsi in altre dimensioni, quelle dello spirito, o meglio ancora dell’animus. E allora si sogna il ritorno: degli eroi, degli dei, degli uomini. E si scopre che le azioni e le credenze antiche erano semina verbi che preparavano all’incarnazione di Nostro Signore.

A questo punto però il contrasto fra ciclicità e progresso si ripresenta. La via messianica, escatologica, è in contrasto con la ricorrenza? I due piani vanno insieme. Al trascorrere delle stagioni, dei raccolti o politiche, si accompagna la ricerca ultima, quella che porta a Dio; basta sollevare il capo dalla mondanità. Cicerone, nel suo splendido viaggio tra le stelle, ammonisce a non lasciarsi stordire dai rumori dello spazio geografico chiuso, solo così si riesce ad ascoltare la danza degli astri.

E cosa dicono, cosa suonano nei cieli superiori e sempre più vorticosi? Che si ritorna al Padre, che il viaggio verticale riporta alla casa del Padre. Esistere, dal latino ex-sisto, porre, collocare a partire dall’Essere; dunque, ammissione implicita di provenire dall’Essere rende chiaro quanto intuì Parmenide. Appartenere al tutto perché tutto rimanda a Dio.

Esercizi spirituali, frutto di canicola o fuga da essa, fate voi, comunque sempre meglio di chi vive esclusivamente di spazi geografici, orizzontali, tanto da definirsi non più romani, greci, franchi; bensì occidentali! Fa rima con fili interdentali, al cui spessore han ridotto le meningi, sti pseudo-carolingi, che tra un giro di comari svendono l’Europa per affari.

Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda

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