I Poveri.

Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo

Prefazione.
La loro condizione si origina in vari modi: nati poveri, poi divengono pigri e indolenti, dissoluti, ubriachi, drogati, fino a ché, da cattivi, ridotti all’afflizione della povertà. Questi poveri, ci sono sempre stati.
Questo tipo di povertà, a volte, è mandata da Dio, come punizione o castigo per alcuni di questi.

Loro lo sanno e stupidamente orgogliosi, rifiutano aiuti.
Oggi, il problema che si pone davanti a tutti, è l’arrivo in massa, di persone che chiedono asilo. Molti, martoriati da guerre in cui le responsabilità sono da attribuire alla malvagità di tanti; da lì fuggono, cercando un ricovero da noi.

I politici, si scontrano per opportunismo politico, su leggi insufficienti, che portano a ricatti nazionali con minacce di chiudere frontiere, portando, ognuno, le ragioni più comode al proprio mulino. C’è già fermento che porterà a futuri scontri, qua e là, su questo tema. Il povero nella propria patria non ci sta’, vorrebbe che l’aiuto che si da ai rifugiati, fosse dato anche a loro.

Tutti vorremmo che gli emigrati adottassero il nostro sistema di vita, che si spogliassero delle loro abitudini, che fossero rispettosi, che imparassero la nostra lingua. Non sempre, il profugo, vede di buon occhio la sua integrazione nel paese che gli fornisce asilo e rifiuta il dialogo, cercando di imporre in casa altrui del suo nelle scuole, nel quotidiano, nella religione. Questo infastidisce e non poco i normali cittadini.

Allora si protesta pericolosamente e questo, non và.
Io, però, non dò corda e vedo i poveri, nello stato del povero, col loro bisogno di sopravvivere. Il povero umile e riconoscente, si vede negli occhi, sulla pelle, nei gesto dignitoso di mostrarsi e porsi.
Allora, che si abbi cura di queste persone, per lo più di vecchi, di bambini, di donne, di mutilati, di sofferenti. Si preghi Iddio per loro.
Non signoreggiamo davanti a loro. Abbiamone cura e aiutiamoli.

A tale proposito, nel 2013, per chi viveva la povertà, l’abbandono e la miseria, scrissi una poesia riflettendo sullo stato e sulle conseguenze di queste misere persone, con l’intento di sensibilizzare chi leggeva.
Oggi, anni dopo, con uno scenario mondiale di guerra, con bombardamenti distruttivi, col rischio reale di attentati in casa propria, sensibilizzare è difficile, io ci provo, per questo propongo questa poesia per meditazione sul da farsi, sia per i poveri, sia per i governanti

I Poveri.

Poveri e anonimi, venuti da lontano,
per via mare, o per nazioni o a volte
mai giunti, ma periti dopo essere partiti.
Paura, terrore, fame, violenze subite
si percepisce negli occhi di tutti loro.

Sono poveri discriminati, fuggiti,
castigati durante il viaggio,
affrontato per sfuggire alla fame
o a guerre insensate o tirannia umana.

Giungono da noi, come poveracci
smarriti, sofferenti che muovono pietà
con lo sguardo basso e senza parole.

A loro nel triste destino, si affiancano
i nostri poveri, molte volte esclusi, lasciati,
abbandonati senza un tetto, quà e là.

Vivono senza fervore, nella solitudine.
giocattoli rotti, divenuti inconcepibili,
addirittura, fastidiosi e a volte scacciati.

Sono voci non ascoltate, messe a tacere,
imbavagliate dallo sprezzo e ammutolite…

Poveri, miseri, senza aver piú forze ma che,
anelano, con un gesto caritevole, una miseria
lo fanno con umiltà e vergogna, silenziosamente
in quanto non è consentito loro gridare carità,
gridare il disappunto del loro trascurato soffrire.
Meditano, sconsolato che è meglio lasciar stare,
è saggezza il loro tacere ed è, intelligente protesta

Ed è dignità rara quello che il loro silenzio esprime.
Nel loro animo, arde ancora la fiamma dignitosa,
orgogliosa, umana, nonostante tutte le parvenze.
Solitudine imposta anche da amari livori e contrasti
dipinti sui loro volti a rimarcare errori del passato.

Miriadi di volti spenti, persi in occhi imploranti
di corpi senza età: narro di bimbi malnutriti,
narro di anziani dal vagare vacante, senza meta,
tutti hanno in comune i punti neri della miseria…

Agiati, che fanno torto a dei miseri, degli ignorati,
evitati, per cui i sadici volgono altrove lo sguardo
che non deve vedere, non puó ne deve cogliere
la miseria altrui non gradita, che Infastidisce loro.

Domani giungerà forse, un altro giorno ?
Li vedrà sorridenti e consolati ?
La misericordia Divina di certo,
sarà lì, su di loro, con loro, per loro !
Mio Dio…Tu sai, Tu puoi: Abbi pietà, Signore.

Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo

Si ringrazia per speciale concessione da parte dell’autore: Domenico Friolo.

All right reserved by Domenico Friolo anno 2013.

Per la foto di copertina tratta da Web.

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