La struttura di quel viadotto è sempre stata oggetto di forte critica da parte degli strutturisti.
I tiranti in acciaio pesantemente rivestiti di calcestruzzo erano una contraddizione strutturale evidente. Dopo quasi 55 anni le condizioni dell’acciaio all’interno del calcestruzzo dovevano essere marginali. La dinamica del crollo se verrà identificata sarà utile per capire esattamente cosa è successo. Se è crollata prima la campata o una delle campate il crollo ha provocato un colpo di frusta violentissimo sui tiranti e sul pilone che è crollato immediatamente dopo. Molto probabile anche l’interazione con fenomeni di fragilità e ricristallizzazionenei tiranti di acciaio indotti dalle vibrazioni dovute al traffico di mezzi pesanti. Ma ci saranno sicuramente analisi e studi approfonditi che spiegheranno esattamente cosa è successo.
La costruzione di ponti autostradali negli anni 60 in Italia è stata un campo di battaglia tra i fautori delle strutture in acciaio e i fautori delle strutture in acciaio (e gli interessi di impresa relativi) e il Viadotto sul Polcevera fu un esempio di struttura in calcestruzzo armato usato in modo inusuale: tiranti in acciaio rivestiti da pesante involucro in calcestruzzo. Una soluzione strutturale quantomeno strana che fra l’altro rende impossibile la manutenzionee la verificadelle condizioni dei tiranti in acciaio all’interno del cls. Può essere interessante ricordare che tutti i ponti con struttura in cls precompresso dell’Autostrada del Sole (tratto appenninico) sono stati sostituiti negli anni ‘80 con ponti con struttura in acciaio: l’acciaio nelle strutture precompresse era aggredito dal sale usato d’inverno per controllare il ghiaccio sul manto stradale.
Ogni dichiarazione a poche ore dal crollo è comunque pericolosa, ma forse una cosa si può dire con rischio relativo: non era mancata la manutenzione al viadotto sul Polcevera (pressoché impossibile da praticare su quella tecnologia strutturale) quello che è mancato è il coraggio gestionale di dichiarare il ponte pericoloso tre anni fa, chiuderlo, costruire strutture temporanee di sostituzione, demolirlo e ricostruirlo come ponte sospeso in acciaio.
L’idea di mantenerlo in vita con impacchi di acqua calda e cerotti è un classico comportamento da debolezza gestionale. In merito ci saranno certamente state discussioni delle quali non leggeremo mai i verbali. Le attuali dichiarazioni dei responsabili di Autostrade per l’Italia che non c’erano motivi di preoccupazione per la stabilità del ponte non sono credibili.
Il crollo del viadotto sul Polcevera è un vulnus gravissimo alla credibilità di tutto il sistema Italia.
(lorenzo matteoli)
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.