INDIMENTICABILI TENEREZZE DI BORGATA
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Là…Nella mia casa sul colle,
sulle ginocchia di mio padre,
mi inventavo ciclista
imitando Fausto Coppi
Ero lieto di ricevere carezze paterne
mia madre, osservava felice,
davvero teneri i miei genitori:
mi avvolgevano con il loro affetto.
Ricordo la carezza più gradita donatami
che mi rimase nel cuore, nell’anima
e nella memoria, gesto che non ebbe prezzo:
fu l’ultima materna, dopo un esame scolastico.
Giorni infuocati dal sole, meriggi afosi,
ed il mare visto da lassù, dal muraglione,
tale baluardo che proteggeva la mia dimora,
mi rasserenava, godevo la brezza marina.
A quel tempo mi divenne compagno di giochi
il grosso gatto selvatico che mio fratello
trovò piccino e solo, sperduto, lo raccolse,
lo portò a casa nostra, mi ci affezionai…
Con i miei cuginetti ci inventavamo giochi
ricevendone svago vivo, libero e nuovo.
Dal fico ne coglievamo e gustavamo i frutti
e seduti sui rami, apprezzavamo la sua ombra.
Ricordo che a volte cercavo nel muro
un piccolo foro per accertarmi se,
dove avevo conservato i dentini da latte
appena caduti, fossero ancora lì.
Ora giacciono seppelliti sotto l’intonaco
di sabbiatura come l’automobilina di latta:
era rossa, ultimo giocattolo ricevuto…
un dono di mio padre portato daTaranto.
Egli andava spesso nella sua Taranto
visitava i nostri familiari a cui teneva tanto:
Al ritorno ci parlava di loro con grande amore
e noi figlioli ascoltavamo commossi e grati.
Ricordo un uomo venuto da lontano,
per la festa della Madonna del Carmine
raccoglieva intorno a sé, me e altri bimbi
tutti compagni di giochi, incuriositi.
Poi giungevano adolescenti e gli adulti
per osservare la magia dell’uomo:
con quel suo pappagallino variopinto
che ad un comando di costui, agiva.
Dalla moltitudine di foglietti colorati,
ne beccava uno e lo porgeva all’uomo
che era suo ammaestratore, che in cambio
di uno spicciolo, leggeva il futuro ai curiosi.
Una previsione come futura sorte
che alimentava allegria nei presenti.
La mia è una piccole storia di una borgata,
dove la gente era povera ma onesta.
Onestà ribadita dal maestro Bongarzoni,
persona colta attenta a modi e maniere.
Poi egli, raccolto nel suo vestito elegante
volgeva l’attenzione verso noi piccini: Capito?
Nel mentre giunse la banda musicale pugliese,
la musica cancellò i travagli del passato
e quel giorno fece tutti felici e contenti…
Lì, sulla collina nel borgo dei borghi lucani.
Tratto da:Onda Lucana® by Domenico Friolo
Si ringrazia per speciale concessione da parte dell’autore: Domenico Friolo
Foto di copertina/Interna fornita dall’autore.
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