
Tratto da :Onda Lucana by Ivan Larotonda
Ius solo per l’oro…
Ancora una volta i sinistri liberal ci riprovano, e li capisco pure, hanno precisi ordini che gli piovono dall’alto, molto in alto, e perciò debbono eseguire la volontà dei superni dei! Cittadinanza a tutti, perché i bimbi degli immigrati soffrono a non avere i diritti; di quali diritti, poi, sarebbero privati resta un mistero. L’unico diritto negato a un minorenne residente in Italia, che io sappia, è quello politico, per cui mi chiedo: A tal punto i sinistri liberal ci credono deficienti? A me non risulta che i bimbi nati da genitori italiani abbiano il diritto di voto, a meno che non siano state introdotte negli asili, o le elementari, delle piccole urne elettorali dove i pargoli votano la miglior merendina! Il Mohammed di turno, se ama per davvero l’Italia, a 18 anni potrà acquisire la cittadinanza e voterà, come tutti gli altri, perché intanto i diritti fondamentali dell’uomo (come amano riempirsi la bocca di aria fritta i sinistri liberal) nessuno glieli ha mai negati.
Di cavolate sugli stranieri in realtà ne sparano sempre più grosse, come quella che: “ci pagano le pensioni”. Anche qui mi risulta che se lavoro accantono i soldi, mese per mese, nel mio fondo pensione, e quando sarò vecchio prenderò quel che ho versato, con le dovute maggiorazioni che uno Stato, se esiste ancora, aggiungerà di suo, senza bisogno di prenderli in prestito alle generazioni che nel frattempo lavoreranno! Se Mohammed lavora, regolare, avrà la sua pensione: intanto è bene sapere che non la sta pagando a nessuno degli anziani, gloriosi, che hanno ricostruito l’Italia dopo le follie nazi-borsistiche degli anni ‘29-’45.
Altre magie liberal-sinistre, in linea con il favoreggiamento dell’invasione, sono le privatizzazioni di massa, che nonostante abbiano impoverito l’intero continente continuano ad essere sbandierate come unica soluzione possibile al ridimensionamento del debito pubblico. E non importa se codesto debito è cresciuto proprio da quando hanno cominciato a privatizzare, innanzitutto, il finanziamento dello stesso Stato. Avvenuto questo in seguito al divorzio delle banche nazionali dai ministeri del tesoro, che ha eliminato l’obbligo per le prime, da noi la Banca d’Italia, di acquistare i titoli invenduti emessi dal tesoro, lasciandoli di conseguenza in balìa dei mercati che hanno, per ragioni di profitto, finito col decidere loro i prezzi: così, senza il calmiere della banca nazionale, gli interessi pagati dal tesoro iniziarono la vertiginosa ascesa e lo Stato per finanziarsi dovette sborsare, e paga ancora, un prezzo sempre più alto. Un idiozia simile non s’era mai vista a memoria d’uomo! Un’autorità pubblica completamente prona ai privati, verso i quali si reca a mendicare per finanziarsi! E, non contenti di questi capolavori, le alte sfere, o infimi cerchi, a seconda da che punto di vista li vogliamo vedere, da cui provengono i reggitori dei mercati e loro camerieri a tutti i livelli, continuano a calunniare l’istituto della Repubblica inculcando nelle menti semplici che nel pubblico si annidano solo fannulloni e ladri! Da che pulpito! Beati i tempi in cui il signore imprimeva la sua effige sulle monete, attestando la sua potestà ed il valore del denaro coniato nel suo dominio. Oggigiorno il potere economico ha scalzato definitivamente quello politico e quindi non esiste più una potestà emanazione della grazia divina né tanto meno si governa in nome, e per virtù, di popolo; la democrazia è moribonda eppure tutti continuano ad esaltarla, ma a chi vogliono prendere in giro? L’ultima cosa da fare era annullare la cittadinanza fondata sull’identità di sangue, di altare, di lingua, d’arme, di cuore e memoria, ed è stata fatta, per cui Manzoni può tranquillamente finire nel museo del mondo perduto, lui e tutti i valori sopraelencati che elencava in: “Marzo 1821”.
Monti, l’economista-europeista-mondialista, ha recentemente affermato, in linea col pensiero unico dominante, che i “migranti” che quivi sbarcano rinsanguano l’Italia; sono un bene, e che bisogna accelerare la cittadinanza a codesti stranieri. Chissà perché il professor Monti, e tutti quelli come lui, l’unico rinsanguamento che non accettano è quello delle casse pubbliche. Non si vede mai nessuno, di questi “Prometei”, che sostenga l’azzeramento dei debiti di tutta la zona Euro; che dica la verità: Il debito pubblico è uno spauracchio per sottomettere i popoli, una vigliaccata, oltre che assurdità. Equivale alla negazione della vecchiaia o la perdita dei capelli, con la differenza che uno Stato, al contrario dei tessuti biologici, può rigenerarsi, sempre: purché mantenga il diritto esclusivo di conio. Che è poi ciò che accadeva fin dalle origini dell’umanità; il Giubileo era una cancellazione dei debiti, in buona sostanza. In altro modo, accrescendo la produzione e i consumi dei privati che poi verseranno allo stato le tasse, un debito pubblico non potrà mai azzerarsi perché gli stati nazionali non sono portati a creare profitto, non sono aziende, offrono servizi di pubblica utilità. Ed è manicomiale pretendere, ad esempio, che le scuole possano creare utili: nelle scuole si formano i futuri cittadini, non le automobili! E dunque agli istituti scolastici vanno elargiti tutti i fondi di cui necessita, senza ragionare se avremo un ritorno economico, perché questo non ci sarà mai! Il guadagno, la società, lo avrà nel corso dei decenni e in termini di crescita culturale, dunque civica, di chi è stato educato. Fin quando detenevano il potere di coniare moneta, sostenuto dal potere politico-militare, i regni e le repubbliche esercitavano l’autorità sui popoli che li componevano e sui quali governavano, limitando sia il potere dei più ricchi che la povertà dei meno abbienti. Lo Stato, fin dal tempo delle Polis, era nato per la mutua assistenza di realtà più o meno complesse, formate da cittadini appartenenti, quasi sempre, ad una stirpe formatasi nel corso di secoli per naturale fusione di genti, non certo per via di esperimenti faustiani; quelli in vigore nell’odierna UE, per intenderci. Per il resto, che all’interno di un’entità statale le uscite del pubblico fossero sempre maggiori rispetto alle entrate, e questo è sempre accaduto in ogni angolo del mondo, non ha mai rappresentato un problema esiziale per la sopravvivenza di una Res Publica. Semmai, se proprio vogliamo trovare una preoccupazione, in un’autorità pubblica antica, la possiamo vedere nella circolazione della moneta fuori dei confini geografici di una determinata realtà statale, con conseguente ricerca di un sistema atto a frenare l’emorragia di materia prima, spesso preziosa come l’oro o l’argento, verso terre straniere. Per questo motivo, ad esempio, Nerone, il famigerato principe “incendiario”, diminuì la percentuale d’argento nella monetazione romana, e sul suo esempio i successori Flavi restrinsero il commercio con l’Asia estrema, continuando al contempo a diminuire la percentuale d’oro nelle monete. Ma ormai è chiaro, possiamo fare tutte le nostre chiacchiere da bar, niente fermerà i demoni usciti dal vaso di Pandora della globalizzazione, costoro hanno formato un’entità sovranazionale che vive con suoi diritti, un suo ius, ad uso e consumo delle élite. Questo sarà il futuro prefigurato dal conte Kalergi; una umanità imbestialita e confusa, senza Patria né arte, che dovrà cannibalizzarsi pur di usufruire dei bisogni primari! Perché l’autorità pubblica sarà definitivamente cancellata. Le caste son tornate, benvenuti nell’età postindustriale, post-statale: e si sa che ogni post è sempre sinonimo di età barbarica.
Tratto da :Onda Lucana by Ivan Larotonda