Oggi Il Fatto Quotidiano riporta un lungo pezzo a proposito dell’usato mercato di posti e prebende nelle università, di concorsi truccati. Si legge di arresti, di mobbing contro i più preparati, di ricatti, di intimidazioni, di pratiche baronali. Difficile commentare una notizia come questa. L’unica considerazione che si potrebbe fare a questo proposito è che per fortuna, sembrerebbe, qualcuno ha ancora il coraggio di denunciare e le forze di polizia e della magistratura di indagare: beati loro!

Per il resto non riesco a capire di cosa ci si meravigli: l’Italia di oggi è un unico sistema corruttivo diventato negli ultimi anni anche svergognato nella sua capacità di essere sprezzante come mai prima d’ora. Di cosa ci si meraviglia in una nazione in cui ci sono professori di lingue che non sono mai stati nella terra dove quella lingua viene parlata e magari non l’hanno neppure studiata, non la conoscono? In una terra dove i ministri sono diplomati se ci va di lusso? In una terra in cui si vive di favori e di padrini? In una terra dove l’esempio etico più brutto degli ultimi tre anni non l’ha dato la politica pessima che ci ha governato (e questo ci dice davvero come siamo messi) ma la classe mediatica che avrebbe dovuto essere il suo mastino da guardia?

In realtà non ci si meraviglia neppure più, si va avanti fingendo di meravigliarsi, si va avanti fino a quando arriverà il collasso finale… perché dovrà arrivare e probabilmente seppellirà i posteri, non esiste un’altra possibilità. Certo, la faccenda della corruzione amministrativa nelle università è gravissima, alla stregua della corruzione nella sanità: senza salute e senza istruzione dove si vuole andare, cosa si vuole fare? Tutto questo diventa ancora più grave perché abbiamo la fortuna di vivere un’era dove per chi è bravo e capace in realtà non ci sono limiti a ciò che potrebbe fare, non servono le famiglie ricche di provenienza, non servono i padrini, non serve nulla, serve solo una qualità intrinseca e il desiderio di nutrirle, ma come la si può nutrire se chi merita non ha la possibilità di farlo? Se chi merita se ne deve andare oltre confine perché il suo posto gli/le viene soffiato da sotto il culo dal primo raccomandato di turno?

Che futuro può avere una nazione in quest’epoca così liberata se l’università e la scuola non funzionano? Da questo punto di vista il danno che ha creato il renzismo in Italia è incommensurabile. Il renzismo ha legittimato il clientelismo, ha sputtanato il merito, ci ha fatto capire che se si è furbi abbastanza, sfrontati abbastanza in Italia la si vince e non ci si dimette neppure quando c’é in ballo la dignità istituzionale. E, allora? Allora che si continui così… Travaglio dedicati al giardinaggio e lascia vivere e fiorire… il baronaggio, lascia che gli altri giornali a testate unificate continuino a cantare le lodi del leader e della barca mentre affonda… Del resto anche sul Titanic l’orchestra continuò a suonare fino all’ultimo “Nearer my God to thee!”, ed essendo anche la nostra una catastrofe politica e civile epocale, perché non andare a fondo anche noi senza l’accompagnamento di una musica degna? Sic.

Rina Brundu

 

via Media e regime (26) – Il caso Universitas Mercatorum — ROSEBUD – Arts, Critique, Journalism