PROVERBI E MODI DI DIRE DEGLI ALBANESI D’ITALIA

Fjalë të urta dhe të thëna të Arbëreshvet t’ Italisë, a cura di Bellusci Costantino, supplemento all’ Opera Omnia “ARBASHKUAR”.

Progetto editoriale F. A. A.

Con questa ricerca personale nelle Comunità arbëreshe, e con il contributo delle pubblicazioni fornitemi, generosamente, dagli altri amici ivi citati, ho raccolto, tra proverbi e idiomatismi, circa cinquemila espressioni della tradizione popolare, orale e scritta, ancora viva, da far apprendere. Attraverso questi testi si conoscono l’animo, l’umore, la vitalità, l’ingegno degli Arbëreshë e si possono ricavare molteplici notizie sulla loro vita economica, sociale e politica lungo il corso dei secoli.

La fraseologia popolare ivi contenuta ci addentra allo studio e ci proietta all’epoca delle culture primitive; ci schiude la mente a elaborare pensieri e a fruire di insegnamenti di vita; ci fornisce i fondamenti del sapere umano, presentandosi sottoforma di regole e massime riguardanti le varie branche delle loro attività quotidiane: agricoltura, cibo, commercio, gioco, lavoro, meteorologia, morale, psicologia, religione, rituali, sentimenti, superstizioni, ecc. Della tradizione orale dei popoli civili più antichi, come il nostro, che, nelle varie epoche storiche, hanno dato vita a grandiose opere artistiche e letterarie, fanno parte, soprattutto, i proverbi: ne abbiamo testimonianza nel mondo assiro, babilonese, egizio, greco, cinese.

I proverbi e i modi di dire (idiomatismi), qui riportati in ordine alfabetico e corredati da foto, con la spiegazione del senso figurato e del significato proprio, narrano storie della cultura popolare delle nostre comunità arbëreshe riconosciute e tutelate, come minoranza linguistica, dallo Stato Italiano con la legge nr. 482/99, in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia con i principi generali stabiliti dagli organismi europei. Tali comunità che, in parte o in tutto, mantengono ancora integra la lingua materna e le ataviche tradizioni, sono 51 e si trovano dislocate in sette Regioni d’Italia (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia). Qui pubblichiamo alcuni proverbi e modi di dire delle Comunità arbëreshe della provincia di Potenza in Basilicata.

COMUNITA ARBËRESHE DELLA PROVINCIA DI POTENZA (BASILICATA): Barile, Ginestra, Maschito, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese

BarileBarìlli (PZ). Espressioni popolari: Ànga dru ka fumën tij: ogni legno ha il suo fumo (avere la propria caratteristica); atë e mùar rrekàja perpàra: (a) quello l’ha preso il rigagnolo tempo fa; bën mirë e jarròja, bën lig e pënxòja: fai bene e dimentica, fai male e pensaci (riflettere bene prima di agire); çë ishët e mira buka e vera; çë ishët e liga shurbetira!: come sono buoni pane e vino; com’è duro il lavoro; fjàla e mirë merr vèndin e mirë: la parola buona prende il posto buono.

Ginestra Zhùra (PZ). Espressioni popolari: Gur mbi gur bëhet mur: pietra su pietra si eleva un muro (adoperarsi con tutto il tempo necessario); kush mbìllen i kùren: chi semina, miete (chi opera ottiene la ricompensa); kush ‘rmon pi ujë, kush putòn pi verë: chi zappa beve acqua, chi pota beve vino (non avere/ottenere lo stesso trattamento); me mashketànet thòmi: gjàku shprish!: con i maschitani (ci) diciamo: sangue sparso.

Maschito Mashqìta (PZ). Espressioni popolari: A bëri còpa còpa: l’ha fatto a pezzi (malridurre qualcun/o-a); a di u çë thom!: so io quel che dico! (essere sicuro di se); a marr sish: le/gli prendo gli occhi (affascinare, ammaliare); a nxìjti: l’ha annerit/o-a (ingannare, truffare qualcun/o-a); a nxìjti ma kamnè: lo ha tinto con la fuliggine (disprezzare qualcun/o-a).

San Costantino AlbaneseShën Kostandìni (PZ). Espressioni popolari: Ai njirí shtringòn brèzin: quella persona stringe la cinghia (patire la fame); bëra balta: ho fatto fango (scarsa conoscenza di un luogo); bëri çùkën: ha fatto una sbornia; ha bevuto molto (ubriacarsi); buzklìçe: bocca di chiave (saper mantenere i segreti).

San Paolo AlbaneseShën Pali (PZ). Espressioni popolari: Anakrósat si mòti: s’ infuria/inquieta come il tempo (essere perturbabile/ volubile) e di lùga ç’ ka pòçja: lo sa il cucchiaio cosa contiene la pignatta (i fatti personali si tengono per sè); ë si patë: è come un’oca (essere ottusa/sciocca); ësht si lakuríq: è come un pipistrello (persona smunta).

Tratto da:Onda Lucana® by Kosta Costa Bell 

Si ringrazia l’autore per la cortese concessione.

Immagine di copertina fornita dall’autore.