Rieccoci: Capitolo 5

Tratto da:Onda Lucana by Mat Vulture

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Immagine tratta da web.

Altro capitolo dolente della “ BUONA SCUOLA “ sono gli ex corsi di aggiornamento diventati ora “ CORSI di FORMAZIONE “.

Ad inizio anno scolastico, parlo del 1/9/2017, i docenti di ogni ordine e grado si sono trovati a dover rispondere a ordini di servizio ( oltre alle attività didattiche ordinarie ) riguardanti i corsi di formazione la cui calendarizzazione, organizzata dagli organi competenti, non ha tenuto minimamente tenuto conto degli impegni e del lavoro che ogni istituzione scolastica deve adempiere.

Ci tengo a precisare che la maggior parte dei docenti ha dovuto, terminate le attività di programmazione mattutine, correre nelle sedi stabilite ( a proprie spese e saltando l’eventuale diritto a consumare un rapido pasto ) registrare la propria presenza.

Raggiunte le sedi opportune per alcuni corsi ( causa le linee telematiche non funzionanti ) per effettuare le registrazioni sulle piattaforme istituzionali ci sono volute due o tre ore al termine delle quali ( dopo l’intervento dei tecnici che non si trovavano ) hanno avuto inizio le attività.Questo durante la prima settimana di lavoro.

Iniziate le attività didattiche ( 11/9/2017 ) le situazioni sono peggiorate perché tra la fine dell’orario di lavoro , l’orario di inizio dei corsi, le variazioni di calendario non aggiornate ma comunicate sulla home page degli Istituti interessati, le rinunce dei formatori nominati e quant’altro ci ritroviamo ad appena pochi mesi dall’inizio della scuola che  è già caos totale ( in tutto questo dovete considerare anche gli impegni interni cioè Consigli di classe, Collegi dei docenti, incontri con le famiglie ecc..). Se poi vogliamo anche esaminare l’aspetto formale o l’utilità di quanto  ne è derivato ebbene “la leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale del docente, per il sostegno necessario agli obiettivi  di cambiamento,  per un’efficace politica di sviluppo delle risorse umane, stento a vederla anzi ritengo che se il cambiamento continua in tale direzione il sostegno dovranno assegnarlo ai docenti perché tutte queste energie le potremmo utilizzare come lavoro rivolto ai nostri alunni. Per ulteriori informazioni di seguito vi riporto alcuni stralci delle leggi che regolano la formazione professionale dei docenti. Giudicate voi, chi ci guadagna in tutto ciò?                                                                                                                     

Secondo i dettami della Legge 107, la formazione dei docenti assumerà un carattere obbligatorio, permanente e strutturale, rientrando all’interno degli adempimenti della funzione docente; a stabilirlo è infatti il comma 124 dell’art.1 che definisce una condizione di perentorietà e di continuità sul tema della  formazione in servizio.                                   

Il legislatore stabilisce in effetti al succitato comma una nuova ratio, che al momento sarebbe in contrasto con le norme negoziali, prima che sia adottato il Piano nazionale di formazione, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sentite le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria. Stando così le cose la formazione in servizio si regola ancora sulle norme contrattuali vigenti e non può essere imposta che a certe condizioni. Si tenga anzitutto presente che il comma 124 parla in esclusiva di “formazione in servizio” strettamente correlata, come già detto, agli adempimenti connessi alla funzione docente e che “le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell’offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80”. Al comma 12 dell’art.1 della Legge 107 è altresì specificato che il Piano dell’offerta formativa triennale dovrà contenere anche la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliare.                                              

Della formazione in servizio troviamo traccia, sia nel CCNL 2007 sia nel Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado, D.Lgs. n.297 del 1994. Formazione e aggiornamento rientrano all’interno dell’art.29 comma 1 del CCNL 2007 come attività funzionali all’insegnamento.

L’art.63 dello stesso contratto afferma che la formazione in servizio, considerata come “una leva strategica fondamentale per lo sviluppo professionale del personale, per il necessario sostegno agli obiettivi di cambiamento, per un’efficace politica di sviluppo delle risorse umane”, più avanti si legge che “l’Amministrazione è tenuta a fornire strumenti, risorse e opportunità che garantiscano la formazione in servizio. (…) per garantire le attività formative di cui al presente articolo l’Amministrazione utilizza tutte le risorse disponibili, nonché le risorse allo scopo previste da specifiche norme di legge o da norme comunitarie”.     

Fermo restando il principio che le attività di formazione e di aggiornamento sforano il monte ore stabilito per le attività funzionali all’insegnamento ex art.29 del CCNL 2007, vanno retribuite perché si definirebbero come prestazioni aggiuntive oltre l’orario di servizio.                               

Fino a quando l’obbligatorietà di cui al comma 124 dell’art.1 della legge 107 non sarà definita nel Piano nazionale di formazione, citato dallo stesso articolo e che dovrà anche specificare le priorità nazionali, non si potranno determinare nell’ attività lavorativa dei docenti ore di servizio in più; in aggiunta il comma 2 dell’art.64 del citato CCNL afferma un altro assunto fondamentale e cioè che “le iniziative formative, ordinariamente, si svolgono fuori dall’ orario di insegnamento”.

Tratto da:Onda Lucana by Mat Vulture