
Tratto da:Onda Lucana by Gerardo Renna
SANTORRE DI SANTAROSA (SANTORRE ANNIBALE DE ROSSI)
Stavi bene, ché di nobile famiglia un conte eri.
Fortemente, però, credevi e volevi
l’indipendenza e l’unità dell’Italia.
Questa nostra cara Italia
che ai tuoi tempi
divisa, umiliata e martoria era
da regnanti nostrani e stranieri!
Pace, però, tu non ti davi
e per la liberazione della patria cara
la vita tutta dedicavi.
Nella “Carboneria” segretamente entravi
e così contro l’Austria usurpatrice e tiranna cospiravi.
Nell’aiuto di Vittorio Emanuele I
e poi di Carlo Alberto di Savoia speravi.
Invano, ché alla speranza
seguì subito la cocente delusione,
per il tradimento della monarchia piemontese (1)
e per l’inefficacia dell’azione, che non potè portare aiuto
nemmeno agli insorti del meridione (2).
Per evitare la fucilazione, in Svizzera scappavi.
Da qui cacciato, in Francia riparavi.
Col nome di Conti in Parigi alloggiavi (3)
e , pur nascosto ed in povertà,
nei tuoi studi ti concentravi
ed un’opera letteraria (4) sfornavi.
Dalla polizia francese riconosciuto,
arrestato fosti e condotto in galera,
dove ti tennero per più di due mesi.
L’esilio nuovamente ricevuto, a Londra riparavi
dove una vita di stenti e di amarezze sopportavi.
Sofferenze anche e sopratutto
per la lontananza dall’Italia
e per non poter lottare
per l’indipendenza e l’unità della tua patria cara.
Al tuo amico francese (5)
la tua sofferenza, la tua tristezza
e il tuo rammarico, così esprimevi:
“I miei sogni, i sogni della mia vivissima fantasia, sono svaniti:
neppure la speranza si è spenta nell’anima mia:
ella ormai vuole svincolare da questo terrestre suo carcere”.
Non potendo lottare per la tua patria,
volevi comunque combattere e morire per la libertà!
Così con lo scoppio della guerra per l’indipendenza greca,
subito e senza esitazione, generoso, accorrevi!
Anche se il governo greco con freddezza ti accolse,
lottare strenuamente volevi per quello a cui credevi (6).
Così, pur non avendo ottenuto
alcun incarico di prestigio,
come semplice soldato ti arruolavi
e così a quella santa causa ti immolavi!
A diversi scontri, vittorioso, hai partecipato,
ma nella difesa dell’isola di Sfacteria,
mentre altri son scappati,
tu ti sei avvicinato e sei stato catturato e vilmente ammazzato.
Il tuo corpo, purtroppo, non è stato nemmeno ritrovato.
Il tuo amico filosofo (7), offrendosi di pagare tutte le spese,
un monumento in tuo onore chiese
che nell’isola di Navarino fosse innalzato.
E così, appena l’isola fu liberata,
e dopo che i l tuo nome una certa fama aveva acquistato,
il monumento fu così elevato.
Il tuo caro amico, che tanto ti amava,
anche il quarto libro delle sue traduzioni di Platone,
come pure una tua biografia, ti dedicava.
Anche la tua città (8)
un grande monumento ((9) ti ha innalzato
ed il poeta romantico, Giovita Salvini,
a testimoniare i tuoi ideali, il tuo coraggio e la tua caparbietà,
alcuni versi ha composto
in tuo onore a prova del tuo grande valore.
Funo di Argelato (Bo), domenica 5 aprile 2015, ore 19, 38, in via Bellini, 4
(1) per il tradimento della monarchia piemontese: Vittorio Emanuele I, che instaurò
nel suo regno un potere assoluto; Carlo Alberto per aver prima appoggiato la
Causa dei Carbonari, concedendo anche la Costituzione chiesta dagli stessi,
e poi ritirandosi e ritirando la carta costituzionale.
(2) agli insorti del meridione : cioè ai Siciliani ed ai Napoletani, insorti contro i regnanti del Regno delle Due Sicilie
(3) in Parigi alloggiavi : in piccolo appartamento nel quartiere latino
(4) un’opera letteraria: la “Révolution Piémontaise” del 1822
(5) Al tuo amico francese: il filosofo Victor Cousin
(6) per quello a cui credevi: la libertà e l’indipendenza dei popoli
(7) il tuo amico filosofo: sempre il Cousin
(8) Anche la tua città : Savigliano in prov. di Cuneo
(9) Un grande monumento: una statua raffigurante il Santarosa, in Piazza Vecchia, alta più di sei metri. Egli è rappresentato in abito di ministro della guerra, che nella mano sinistra tiene una copia della Costituzione del 13 marzo 1821; la destra sull’elsa della spada, dalla quale pende una corona d’alloro ed ha ai suoi piedi il berretto greco e la scimitarra. La statua, inoltre, riporta su tutti e quattro i lati iscrizioni del patriota Niccolò Tommaseo.
P. S. – Oltre alla “Révolution Pièmontaise”, Santorre ha scritto anche:
“Speranze d’Italia” nel 1815 e
“Ricordi” 1818-1824
Tratto da:Onda Lucana by Gerardo Renna