Rompere gli schemi, della didattica tradizionale, e trascinarsi dietro in questo modo dirompente di insegnare ed educare, anche le altre realtà meno coraggiose sparse dal Sud al Nord del Paese. Questo è la mission per cui sono state selezionate 5 scuole italiane, di cui una lombarda – l’istituto comprensivo San Giorgio di Mantova – nell’ambito del programma internazionale Changemaker Schools,attivato da Ashoka in oltre 30 paese, e che include oltre 200 scuole.
A coordinare il duro lavoro di selezione, e presentarlo a Milano a metà settembre, è stato Lorenzo Newman, consulente nel mondo dell’istruzione con alle spalle un anno di insegnamento in una scuola media del Bronx, a New York, e il nome sulla copertina del libro sullo stesso tema “Paura e Rischio” (Castelvecchi Editore).
Dal 2015 ha iniziato a mappare gli istituti italiani con la tecnica della snowball analysis, un sistema di segnalazioni a catena basato su interviste in vari istituti, per arrivare a scegliere i 5 “changemaker”, i primi 5 italiani ad entrare nella classifica internazionale di Ashoka che selezione le scuole, “attraverso un processo rigoroso che prevede anche visite in classe” spiega Newton.
Per creare un movimento dal basso allineato intorno ai principi di una didattica focalizzata su collaborazione, empatia e auto-imprenditorialità, le scuole changemaker sono chiamare a lavorare insieme “per produrre buone pratiche e fare formazione ad altre scuole, da un lato contaminando così i colleghi di altri istituti, dall’altro assumendo un livello di autorevolezza “corale” in grado di influenzare player istituzionali.
Assieme al San Giorgio di Mantova, l’istituto Ettore Majorana di Brindisi, il Collegio del Mondo unito dell’Adriatico di Duino, la scuola Città Pestalozzi di Firenze e il Liceo Attilio Bertolucci di Parma, il 28 ottobre si incontreranno a Brindisi in un workshop supportato da Enel per elaborare nuove buone pratiche e fare formazione ai docenti pugliesi.
Si parte da questa regione ma in Italia, in tutta Italia, c’è un difetto molto diffuso che va affrontato, anche in Lombardia. “Ci sono insegnanti eccellenti e pratiche interessantissime, ma raramente c’è un dirigente in grado di mettere le innovazioni dei singoli docenti a sistema e coinvolgere anche gli altri colleghi- spiega Newton – Ciò è dovuto al fatto che il preside ha poche leve gestionali a disposizione”.
Se la scuola mantovana selezionata può vantare un’aula feng shui e progetti stile Erasmus molto precoci, anche le altre 4 si distinguono per innovazione e propensione all’internazionalizzazione. Newton durante la selezione è rimasto particolarmente colpito dal peer tutoring praticato alla Scuola Città Pestalozzi. “Qui i ragazzi di 3a media insegnano a quelli di 2a, quelli di 1a media insegnano a quelli di 5a elementare e così via. Altre scuole in Italia praticano il peer tutoring, ma che io sappia, mai in modo così sistemico”.
In attesa dell’incontro di Brindisi e dell’opera di traino che le scuole changemakers dovranno fare sulle altre della Penisola, quelle lombarde non si sentano esenti dall’ondata di cambiamento necessario. “I dati INVALSI e Eduscopio riscontrano che le Scuole Lombarde sono più performanti – precisa infatti Newton – Ciò non vuol dire necessariamente che stiano applicando una didattica più progressista come ci auspichiamo in Ashoka”.
di Marta Abbà