Ci risiamo: puntualmente ad ogni festività in qualche parte della penisola scoppia il caso di una mancata apertura con tanto di strascico polemico sui

media. Sul banco degli imputati, immancabilmente, salgono di diritto i lavoratori, a cui viene lasciato il cerino della responsabilità di cattive gestioni e di carenza di personale, diventando il bersaglio di pressioni, richiami al senso del dovere anche quando si limitano ad esercitare fondamentali diritti contrattuali e la mancata apertura è invece frutto quanto meno di una pessima programmazione.
Esattamente quanto sta succedendo a Mantova in questi giorni, a seguito della decisione del Direttore Assmann di non aprire a Pasquetta. Decisione comunicata ai sindacati in una burrascosa riunione il 20 marzo scorso, prima di alzarsi e andarsene, non senza avere dato un pessimo esempio comportamentale. Un rapporto mai nato tra questo Direttore proveniente dalla mitica selezione internazionale ed i lavoratori, a causa di atteggiamenti e progetti che mal si sono conciliati con quello che dovrebbe essere il progetto culturale di vera valorizzazione del sito e per la disinvoltura con cui lo stesso arriva a definire le misure per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei fruitori di questo straordinario luogo della cultura. Costringendo persino le Organizzazioni Sindacali sul territorio a rivolgersi al Prefetto per denunciare le precarie misure adottate per la sicurezza, in primis la decisione incredibile di diminuire il personale in turno notturno, lasciando tre addetti a sorvegliare i 35 mila metri quadri del Museo. Ma proprio questo non sembra interessare nessuno, se non, appunto, i lavoratori ed i loro rappresentanti.
E così si arriva al 30 marzo: la questione della mancata apertura scoppia sui quotidiani locali per effetto delle denunce delle Associazioni di settore e subito inizia uno strano balletto che mette nel mirino le Organizzazioni Sindacali ed i lavoratori. Che si concretizza in un intervento diretto del Sindaco Palazzi che inizialmente si appella al senso di responsabilità di tutti e poi propone di aprire con personale estraneo all’Amministrazione. Seguito a ruota da una furbata degna di miglior causa dello stesso Assmann, il quale si dice disponibile a patto che tale soluzione venga approvata dai Sindacati, quasi un via libera ad una palese ed ennesima violazione alle rigide procedure di sicurezza. Come se queste fossero un problema di relazioni sindacali e non di rispetto della legge.
Il gioco del cerino che alla fine espone al pubblico ludibrio i lavoratori, le Organizzazioni Sindacali, a cui si aggiunge per buon ultimo il Ministero a cui Sindaco e Direttore buttano la palla per la carenza negli organici. Organizzazioni sindacali e lavoratori che hanno tentato in ogni modo di trovare soluzioni, e che nel caso specifico hanno semplicemente recepito una scelta della Direzione, che evidentemente non considerava strategica questa apertura, così come non considera strategica quella domenicale, giorno in cui gli orari di apertura sono ridotti della metà. E parte della soluzione era che il Direttore attingesse dai fondi del proprio bilancio autonomo per reperire personale di supporto, pagandolo naturalmente secondo i criteri ordinari previsti dalle tutele contrattuali. Eventualità esclusa dallo stesso in quanto andrebbe a discapito della politica degli eventi, come ad esempio la celebre esposizione dei mobili di design in un’ala appena restaurata di Palazzo Ducale.
Non ci siamo signor Sindaco: se si vuole aprire un dibattito su Palazzo Ducale noi siamo pronti. Ma che sia un dibattito vero, che investa le prospettive gestionali di un sito così importante per questa città e per tutti noi, non la solita rincorsa a tappare buchi e a scaricare responsabilità sugli ultimi. A partire dall’attuale gestione, che si è rivelata sempre più inadeguata ed inefficace, ed avendo a cuore la tutela dell’integrità di Palazzo Ducale, ripristinando le condizioni minime di sicurezza e legandole alle prospettive di una migliore fruizione della sua straordinaria offerta culturale. Vedrà che troverà porte spalancate in noi e nei lavoratori, ai quali va tutta la nostra fattiva solidarietà.

1 aprile 2018

*L’ autore è coordinatore nazionale CGIL FP MiBACT

via Claudio Meloni*, Il vizietto: storie di ordinaria denigrazione dei lavoratori — Emergenza Cultura