ELETTRICO LUCANO-GUITAR CLUB MAGAZINE di VINCENZO GRIECO (ROMA)
Graziano Accinni-Elettrico Lucano
Guitar Club- Vincenzo Grieco
Descrivere Graziano Accinni solo come chitarrista virtuoso e di una classe eccelsa è semplicemente riduttivo. Accinni è conosciuto in Italia per la lunghissima militanza nel gruppo di MANGO al quale ha dato una fortissima impronta musicale, non semplicemente nel ruolo del freddo turnista, ma di un chitarrista di grandissima personalità che ha dato un contributo unico e indelebile ai suoi dischi. Graziano ha collaborato anche con molti altri big del Pop come Mina,Bose’, Dalla, Nava e vanta collaborazioni internazionali con musicisti del calibro di Ian Anderson dei Jethro Tull e lo spagnolo Hevia; per descrivere la sua carriera musicale, scandita da una discografia smisurata come anche le sue apparizioni live e in Tv, non basterebbe una rivista intera quindi dedichiamoci a scoprire il suo ultimo lavoro Elettrico Lucano.
Per il progetto ETNHOS e’ il sesto disco dopo:Musica Antica di Basilicata,Omaggio alla Tradizione Religiosa delle Genti Lucane, Le Tre Sorelle, O Bannu, Brani Antichi della Basse e Alta Valle dell’Agri lungo percorso partito nel 2006 quando l’attento occhio (ma sopratutto orecchio) di Graziano porta a formare un gruppo di grandissimi musicisti che, spinti da una motivazione fortissima e da un legame con la cultura della Basilicata reinterpreta in chiave moderna antichi canti,musiche pagane e devozionali della Lucania facendoli rivivere in una veste unica che può unire tutte le generazioni, dagli anziani ai più giovani amanti della buona musica.
Graziano in maniera geniale e quasi visionaria in un’opera di ricerca estenuante quanto stimolante, fatta di racconti popolari dei suoi compaesani di fronte un bicchiere di vino, di vecchissime trascrizioni di testi custoditi gelosamente nei cassetti di legno nelle case di Moliterno e di tutta la provincia di Potenza, riesce a mescolare i ritmi africani e della musica fusion e del rock prog degli anni 70′, le chitarre acustiche incrociate tali da rievocare i virtuosismi di Al di Meola, John McLaughin e Larry Coryell e le moderne ritmiche basate su loops miste a percussioni egregiamente suonate da Pietro Ciuccio.
Questo non è il solito disco egregiamente suonato ma un’opera di ricerca culturale in una splendida terra di mezzo fra Calabria, Puglia e Campania (dove giù da parecchi anni c’è una sorta di giusta rivalutazione della musica popolare che oramai è famosa in tutto il mondo) che mostra tutto l’amore di questo grande chitarrista, ma sopratutto musicista, che può ormai essere considerato un orgoglio nazionale in un’epoca di esterofilia forzata e in cui se non si ha una targa d’oltre oceano non si è presi nella giusta considerazione.
Il disco apre con Acid Cupi che, come quasi tutti gli altri, parte da una melodia di canzone popolare ri-arrangiata su un ritmo Latin che gioca su armonia minore e maggiore. Già dalla seconda traccia incominciamo a intravedere l’eclettismo musicale di Graziano che in Tiaroru (una ballata paesana degli anni 30′) mischia un ritmo shuffle a chitarre con pattern ritmici che ricordano la musica africana e accordi clean aperti con chorus che riconducono al tipo sound dei Police di Andy Summers con interventi solistici che già dimostrano la gran mano del virtuoso di Moliterno senza dimenticare il solo di Guitar Synth omaggio alla fusion 70′ di Zawinul che chiude il brano.
Il disco procede piacevolmente con Meridional Tarantel,una tarantella del Gargano ri-arrangiata dal buon Graziano con i temi al fulmicotone eseguiti con chitarre acustiche su un loops ritmico molto moderno con incroci di Lyra e violino tali da ricordare atmosfere quasi greche. Ancora Loops elettronici, chitarre stoppate incessanti e clean con chorus accompagnano Sciarula’,brano popolare che fieramente canta “Nui simu ru Sud”rivendicando l’appartenenza alla Lucania; impossibile non citare il grandissimo solo di Graziano per gli amanti della sei corde.
La Traccia 5 “Novecento“un’antica Mazurca del Sud italia dove i temi sono all’unisono fra chitarra classica e flauto (egregiamente suonato da Antonio Cimino),anche qui l’aria mediterranea si respira a pieni polmoni e lo sposalizio fra temi e arrangiamenti è un vero capolavoro. Proseguiamo con “Nzo Nzo Nzo“altro brano antico con ritmica shuffle mista wah wah per andare poi al brano che mi ha colpito di più, cioè “Uommini e Femmini“dove si sente la mano creativa di Accinni che,prendendo dei piccoli frammenti di testi devozionali che spiegano il popolo che va sui Monti Sacri della Lucania in preghiera, compone il tema e l’arrangiamento in pieno stile Weather Report con accordi aperti di quarta e nona.
La traccia 8 è un tributo di Accinni alla PFM che intitola “E’ Festa“la cover di “Celebration“del famoso gruppo italiano in veste acustica con il tema che siamo abituati a sentire dal Synth eseguito dall’esperta mano, tecnicamente ineccepibile, di Graziano che fra l’altro può essere un ottimo spunto di studio per noi chitarristi.
Altro stupendo brano è “Madonna dell’alto“di carattere devozionale dove questo tema antico e soave è sottolineato da una grande arrangiamento fatto di chitarre acustiche e percussioni tali da dare ampio respiro alla composizione e poi la traccia 10 “Jungle Castellabate“tarantella con ritmica loops incessante di estrazione appunto Jungle con temi velocissimi di chitarra e flauto.
Il disco chiude con 3 brani:”Je Chistu lu Bannu” dove il tema di sax si muove su pochi accordi con un’atmosfera modale dove frasi blues rock di Graziano colorano l’atmosfera acustic-Rock,”Il Volo dell’Angelo” è una splendida composizione di Graziano dove il virtuosismo mai fine a se stesso passa da una tonalità minore più epica a una maggiore più allegra e mediterranea con ritmica incessante di loops, elementi del chitarrismo di Al Di Meola sono molto evidenti e poi congedarci dall’ascolto con “SAN CANIO“che apre con la voce narrante del Mons.Francesco Nolè per poi lasciarsi a una canzone piuttosto intimistica con un tappeto di sole chitarre acustiche e classe con la voce di Giuseppe Forastiero che esegue la melodia.
Non basta una recensione a raccontare questo disco, ma l’ascolto attento può guidarci in questo viaggio intenso nella Lucania, nei suoi odori, nella sua antichità, nella sua storia; per fortuna ci sono grandi musicisti come Graziano Accinni che hanno deciso di raccontarcelo in musica, senza paraocchi, con il giusto rispetto guidato dall’amore per la propria terra ma con un pizzico di modernità raccolto in una carriera lunghissima e di altissimo rango artistico.
Si ringrazia per la cortese collaborazione Graziano Accinni.
Tratto da: Onda Lucana® Press
L’ha ribloggato su Pina Chidichimo.