Modello Flintstones (II parte).
Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda
Volente o nolente, il progresso tecnico-sociale, visto a Huelva, resta quello possibile e che porta risultati. Il green invece è progressismo, la differenza è sostanziale: il primo migliora la vita, il secondo va oltre quello che è utile davvero all’uomo, per il semplice fatto che si arrabatta a cercare il nuovo, fino a sfidare l’assurdo quando non proprio il comico. Una sola centrale a carbone (la Cina intanto ne incrementerà notevolmente il numero nei prossimi anni), fornisce molta più energia di quella prodotta da migliaia di rotori dispiegati sugli Appennini.
Il rame resta fondamentale anche per le cosiddette tecnologie green! E allora rispondono che c’è il litio, più sostenibile, grazie a cui si immagazzina l’elettricità per le eco-auto! Certo, come no; basta cliccare su di un motore di ricerca e si legge questo: «le automobili elettriche utilizzano batteria al litio, che si estrae dopo processo molto lungo e complicato che può durare da otto mesi fino a tre anni. Inizia con la perforazione di un foro e il pompaggio della salamoia in superficie. I minerali dissotterrati vengono poi lasciati all’aperto a evaporare per mesi, creando prima una miscela di manganese, potassio, borace e sali che viene filtrata e posta in un’altra vasca di evaporazione.
Ci vorranno tra i 12 e i 18 mesi perché la miscela venga filtrata a sufficienza per poter estrarre il carbonato di litio. Sebbene questa fase sia economica ed efficace, necessita di un dispendio di molta acqua (stimata in 500.000 galloni per tonnellata di litio estratto). Proprio questo va a creare una forte pressione sulle comunità locali. Ad esempio, nel Salar de Atacama in Cile, l’attività estrattiva ha causato la perdita del 65% dell’acqua dolce della regione, mettendo a dura prova gli agricoltori locali che hanno dovuto rifornirsi altrove per continuare il loro lavoro».
Come si vede non se ne esce. Diciamocelo allora filosoficamente: gli esistenti, i gretini e il troglodita che scrive, vivono nella materia; questa è lavorata dall’umanità fin dal suo apparire, allo scopo di migliorare la qualità di vita. Cercare unicorni iridescenti è qualcosa di molto recente, e di sicuro non è la via, bensì negazione della realtà; non si può continuare a sostenere come Lenin: «Se le mie idee non si adeguano alla realtà allora tanto peggio per la realtà!»
La realtà, invece, è fatta d’attrito, urto, forza e distruzione creativa, e purtroppo c’è sempre qualcosa da sacrificare. La natura si preserva per quanto possibile, ma ci sarà sempre una sua parte da utilizzare in base alle esigenze e alla realtà delle cose. Oltre ai lavori agricoli che pennellano i campi, e i contadini sono artisti con aratri e trattori, si consumano terreni per costruirvi abitazioni, scavare argille, marmi, minerali. Ma onestamente, distendervi i pannelli solari è peggio che la miniera di Huelva!
Dicono che la macchina a energia elettrica sia sostenibile: perché, quelle a combustione termica fanno mancare la terra sotto le ruote? Cosa impatta di più sull’ambiente: lo scavo di montagne intere per estrarre terre rare e il prosciugamento di immensi bacini d’acqua per ricavare litio con cui fare batterie, oppure i pozzi petroliferi? Non vi sembra che sia passati dalla padella alla brace? E poi; da quando i pistoni sono ricavati con taglio laser aderiscono perfettamente alla testata, per cui il consumo di idrocarburi è pressoché totale, non dico che manca poco a poter fare l’aerosol dalla marmitta catalitica, ma oramai il particolato disperso è minimo. Perché azzerare una tecnologia che si è dimostrata sempre meno inquinante e realmente sostenibile per la natura?
La facile risposta è che bisogna ridurre, se non proprio azzerare, la “mostruosa” anidride carbonica! E allora ditelo che volete la morte del pianeta! Andare a scuola, magari tornare alle elementari, per reimparare la fotosintesi clorofilliana? Le piante si nutrono di sole e anidride carbonica, per poi rilasciare quell’ossigeno che fa vivere tutti noi. Dunque, più carbonio più ossigeno; tutto tende a livellarsi, perché la formula della natura è racchiusa in un ciclo, ma i progressisti questo non lo contemplano.
Come non ce la fanno ad ammettere che l’unica energia green ma al contempo in grado di sostenere una civiltà industriale, a progresso tecnico, è quella nucleare! L’universo intero è mosso da questa energia… “che move il sole e l’altre stelle”, come ebbe a dire il sommo poeta nazionale (si chiama Dante, per i gretini-neoprimitivi che non lo conoscono). E in effetti l’amor di cui parlava il sommo, la grazia divina creatrice, sul piano fisico, gravitazionale-atomico si traduce nella fusione dell’idrogeno sottoposto a pressione: nascono così le stelle.
E comunque, scendendo dall’empireo, l’alternativa a tutto ciò che è inerente alla combustione comunque esiste: ad esempio, prendere acqua al fiume, e con l’orcio in testa portarla al villaggio di capanne costruite con canne e fango. Poi, al centro di ogni agglomerato “urbano” sarà innalzato il totem con volto di Ursula Von Der Leyen, a cui gli europei sacrificheranno gli ultimi motori a scoppio! Intanto, da oriente, verrà uno con lo spirito di Gauguin che ritrarrà gli europei ignudi, o con le pezze al culo! Qualche indigeno più geniale gli mostrerà pure la sua ultima invenzione; la macchina a piedi e rullo di legno, una roba stile Flintstones, per poi correre urlando yabba dabba doo!
Link Utile:
Modello Flintstones (I parte) – Onda Lucana
Tratto da:Onda Lucana®by Ivan Larotonda
Si ringrazia l’autore per la cortese concessione. Immagine di copertina tratta da Web fornita dall’autore.
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