PRO ARIS ET FOCIS
Tratto da:Onda Lucana® by Ivan Larotonda
Pro aris et focis é un motto latino usato in passato da organizzazioni segrete, reggimenti militari e associazioni varie; ed é indubbiamente anche il motto dei cosiddetti sovranisti odierni. Il suo significato, la traduzione letterale, solertemente, alimenta in un sovranista fervori patriottici, del resto facilmente suscettibili nell’animo di chi ha a cuore la terra dei padri.
E non mi riferisco all’uso del latino come richiamo alla tradizione, la lingua dei cesari é infatti così sfruttata da essere inserita anche nelle cose più antitradizionali, nei programmi volti alla cancellazione delle identità, come il progetto chiamato Erasmus, dalla latinizzazione del nome proprio di Erasmo da Rotterdam, uno dei fondatori del mondo del libero mercato, libero pensiero e libertà anche dalla propria patria. No. Questo motto è di gran lunga più nobile della UE, esso è composto da due parole: Aris, che vuol dire are, punto di congiunzione tra Dio e l’uomo, tramite il sacrificio eucaristico, e prima ancora indicante comunque il culto, ovviamente patrio.
E, sempre parlando di padri, la seconda parola del motto, Focis, fa riferimento al focolare domestico, alla famiglia, primo nucleo di un popolo, di una repubblica. Ma, sezionando ancora questo secondo termine, si scopre un ancor più tenero significato. Focis deriva dalla fusione dell’etrusco lar col latino focus. La seconda parola é facilmente intuibile, fa riferimento al fuoco, ma la prima, l’etrusco lar, si riferisce ai padri, soprattutto defunti, i cui spiriti continuavano a vegliare sulla famiglia. Focis é dunque il fuoco degli antenati che continua a guidare, rischiarando la via, ai membri di una famiglia ed anche a un intera comunità nazionale.
Funzione svolta anche in ambito pubblico, come accadeva al sacro fuoco che ardeva nel tempio di Vesta. Per le are e per i focolari, per Dio e la Patria, di questo ha parlato Trump nel suo discorso d’insediamento. E se è vero che ogni cosa che proviene dall’America, puntualmente viene adottata dagli europei, c’è da sperare che finalmente ritorni, dopo un letargo durato settant’anni, l’orgoglio di appartenere a una tradizione nazionale, di appartenere ai padri. Che sia l’alba di resurrezione per gli stati nazionali, e che tramonti il nomadismo dettato dai mercanti. Significativo che proprio quando il loro mondo crolla, i mercanti senza frontiere si son riuniti nella baita svizzera di Davos, a sbavare in compagnia dell’ultimo epigono del liberismo, il premier cinese, contro i sovranisti.
E sono ancor più patetici coloro che, sempre plurimiliardari anti sovranisti, fanno l’ultimo regalo al liberal Obama, scempiando ancora una volta Palmira; in modo da poter dire: Visto che è successo? E voi che credevate nella vittoria dei russi. Bambini crudeli, ecco cosa siete; per non parlare dei cialtroni anti Trump, sempre profumatamente pagati, come gli pseudo islamici del fantomatico ISIS, dai soliti noti. Dagli sbavanti assertori della libertà da tutto, ma a scapito di tutti, specie di coloro che vogliono vivere, mettere al mondo figli, e lavorare, in pace, a casa propria. Che grande rivoluzione fare queste cose, al giorno d’oggi vero? Eppure era questo il mondo dei Padri, stabile come lo era il focolare. Non ci resta che sperare nel suo ritorno.
Tratto da:Onda Lucana® by Ivan Larotonda