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Immagine tratta da repertorio Web.

Tratto da:Onda Lucana by Ivan Larotonda

BBB-B

Evviva! Al tridente d’attacco delle tre B pro invasion: Bergoglio, Bonino, Boldrini, si è aggiunta la quarta B, Boeri. Anche il presidente dell’INPS ha magnificato, recentemente, le virtù propedeutiche degli immigrati: “Senza il loro apporto contributivo le casse della previdenza sociale mancherebbero di ben 38 miliardi!” Per uno che proviene dal Fondo Monetario Internazionale è logico parlare in termini di bilancio commerciale; d’altronde sopra tutti i popoli e i governi, del moribondo mondo occidentale, regnano i mercanti; e questi ultimi non solo vengono accolti nel tempio e nessuno si degna di rimproverarli, figuriamoci cacciarli, ora vi comandano pure. Poi, se uno Stato è ridotto come una massaia del primo ‘900, la quale doveva far quadrare i conti di famiglia con il solo stipendio di suo marito, è ovvio che si ragioni in questi termini, ossia: aumentare il numero dei contribuenti per poter pagare le pensioni degli anziani. Però, a questo punto uno si chiede: Anche i figli di Visnù e Mohammed un giorno diverranno anziani, ed allora che faremo? Chiameremo altri milioni di afro-asiatici affinché paghino le pensioni agli immigrati di prima generazione? E in seguito altri milioni per pagare pure i secondi: di questo passo l’Italia e l’intero continente europeo saranno popolati da miliardi di persone! Si sono mai chiesti quanti miliardi di euro costerebbe la sostituzione etnica nel vecchio continente? Spesso, soprattutto negli ultimi anni, alla luce dell’invasione della penisola detta, ancora per pochi anni, italiana, i più sensibili alla causa identitaria e cosiddetta sovranista (quelli che i sinistri, per intenderci, definiscono: populisti!) hanno citato il passaggio del Danubio ad opera dei goti nell’anno 376 d.C. come l’inizio della fine. Il paragone è quanto mai calzante; Giordane, che era uno storico goto, quindi non lo si può definire come populista, ante litteram, scrisse che tale permesso di entrare nelle terre imperiali costituì: “La fine della fame per i goti e della sicurezza per i romani”. Aveva ammesso che i suoi connazionali, in seguito alla pressione militare unna in tutta l’Ucraina, luogo dell’antico regno goto, erano stati costretti a migrare verso sud. Dopo anni di stenti s’erano ridotti a cercare ospitalità nelle civili terre imperiali romane, entro le quali portarono, inevitabilmente, l’instabilità sociale. Difatti, dopo solo due anni, i goti accolti entro le frontiere si ribellarono alla legge del moribonda Romania e sconfissero l’imperatore Valente ad Adrianopoli. Ed era solo l’inizio, nel giro di un secolo distrussero l’intero impero d’Occidente. Ora, ai mercanti, di questi ricorsi storici non gliene cale un bel niente. Quella è gente che di memorie se ne infischia. Bisogna pensare al profitto, e che esso sia il più possibile immediato! Una civiltà è già morta nel momento in cui i suoi stessi figli non la riconoscono più come tale, non c’è bisogno dello straniero a determinarne la cancellazione. Altro discorso però è quello legato alle vestigia del vecchio mondo, che in teoria dovrebbero essere salvaguardate, se non altro per interessi economici (dato che sono questi gli unici a cui tengono) ma basta vedere come sia stato ridotto il territorio italiano per renderci conto che non riescono a gestire nemmeno una rendita, e che rendita! Quelle che erano le feconde glebe cantate dal Petrarca, sono oggi sodomizzate da migliaia di pale eoliche, a cui si aggiunge il consueto rito estivo della devastazione del patrimonio forestale tramite incendi. In tutto questo contesto “bucolico” la nascita di bidonville multietniche, in tutte le periferie delle città italiane, non può che rappresentare un “arricchimento culturale” del nostro panorama. Umilmente, noi di onda lucana vorremmo aggiungere ancora una considerazione, da ignoranti quali siamo: i goti sono stati certamente i distruttori del mondo romano ma si limitarono ad abbatterne la struttura politica. In realtà ogni goto anelava a diventare romano, a cominciare dal Re Teodorico e sua figlia Amalasunta. All’interno della cerchia dei notabili goti il partito antiromano era stato progressivamente isolato dagli stessi consanguinei, ormai nella stragrande maggioranza dei casi propensi alla fusione coi latini, con conseguente abbraccio senza condizioni della civiltà romana. Paradossalmente fu proprio la guerra che gli mossero gl’imperiali d’Oriente a rinazionalizzare le virtù guerriere dei goti. Oggi tutte queste genti che BBB-B vogliono in Italia, non aspirano per niente a diventare italiane, non ci tengono proprio ad apprendere i canoni della nostra civiltà; d’altronde, come detto prima, se gli stessi autoctoni la disprezzano per quale motivo l’Abdullah di turno dovrebbe abbracciare La Divina Commedia? Che lui tra l’altro giudica blasfema e che sogna di mettere all’indice!? Come pure sogna di dar fuoco alle nostre vanità. L’intero patrimonio artistico, non solo italiano ma dell’intera Europa, è costituito al 90% da raffigurazioni di esseri animati, dunque contrari al Corano, perciò da eliminare. Sappiano, i ragionieri al potere, che dar fuoco alla Venere del Botticelli, o scalpellare la volta della cappella Sistina, valgono tanti miliardi di PIL in più rispetto ai 38 di cui si paventa la perdita senza l’apporto di questi salvatori d’oltremare. Stessa sorte, avvinta nei coranici fumi neri, spetterà al Louvre, e con essa alla piramide massonica lì presente; unica opera autenticamente dei nostri “cugini” francesi, dato che il resto di quel museo, il più grande del mondo, l’hanno allestito grazie al furto del nostro patrimonio artistico. E oggi, dopo aver computo il capolavoro di devastare l’Africa occidentale, ultimo in ordine di tempo la distruzione della Libia, hanno spinto settecentomila africani a giungere in Italia; L’ultimo sole prima di Adrianopoli è sorto.

Tratto da:Onda Lucana by Ivan Larotonda