Come era da aspettarsi, i fatti di Barcellona connessi con il Referendum convocato dagli indipendentisti catalani hanno dato la stura a fantastilioni di terabyte di commenti da parte delle legioni di informati da tastiera.

Una orgia di argomentazioni e giudizi che mi ha portato ad autosospendermi da Facebook per almeno una mesata al fine di riprendermi dall’attacco di Sindrome di Stendhal causatomi da tanta, così vasta, variegata e diffusa competenza in materia e, parallelamente, dalla constatazione di quanto io sia ignorante.

Sia chiaro: non mi riferisco al comportamento della Policia Nacional e della Guardia Civil, sul quale si sono già espressi molto meglio di quanto potrei mai fare io sia Guy Verhofstadt (QUI) sia l’Alto Commissario delle NU per i diritti umani, né alle scelte del Primo ministro Rajoy che, quali che ne siano state le ragioni, hanno di fatto regalato visibilità, sostegno, popolarità in una parola: vittoria al movimento indipendentista (questo sul piano internazionale: sul piano interno, le altre 16 comunità autonome in cui si suddivide il Regno di Spagna appaiono ben lontane dal solidarizzare con gli indipendentisti catalani).

Mi riferisco alla agghiacciante presunzione di quanti hanno ritenuto di poter affrontare un argomento che, per poter essere trattato con un minimo di cognizione di causa, presupporrebbe di essere adeguatamente ferrati almeno in materia di:

  • Contenuti della Costituzione Spagnola, argomento oggetto di trattazione fin dal primo ciclo delle scuole primarie statali e parificate (QUI per chi vuole approfondire);
  • Sentenze della Corte Costituzionale spagnola (pubblicate quotidianamente sulla stampa locale);
  • Dinamiche economiche catalane (altro argomento oggetto di specifica rubrica sui TG regionali);
  • Dinamiche politiche che in quaranta anni hanno portato al formarsi di un forte, anche se non maggioritario, sentimento di opposizione allo Stato Centrale in una regione che nel 1975 si espresse a favore della attuale costituzione con percentuali superiori al 90% dei votanti;
  • Percentuale di catalani a favore dell’indipendenza prima del 1 ottobre(dell’ordine del 45-47%: forte, ma non schiacciante);
  • Storia remota della Catalogna, valore reale e simbolico dell’assedio di Barcellona del 1714 e sua contestualizzazione nell’ambito della Guerra di Successione Spagnola, lo stesso conflitto di Pietro Micca e dell’assedio di Torino. Seguendo la logica di quanti hanno ponderosamente citato tale evento quale evidenza di una secolare occupazione straniera, si potrebbe osservare che tale conflitto portò all’annessione al Piemonte di Alessandria, Lomellina, Monferrato, Pragelato e alta Val di Susa, Valsesia e Langhe, tutti luoghi in cui si parla un dialetto significativamente diverso dal torinese, e che quindi potrebbero ben campare diritto a secedere;
  • Diritto internazionale con specifico riferimento al diritto di autodeterminazione e di secessione, in quanto le attuali tendenze in materia (il diritto costituzionale è consuetudinario e non convenzionale) portano a tutelare la specificità nell’ambito delle autonomie, essendo accettato il diritto alla secessione solo in caso di occupazione militare da parte di una potenza coloniale o di sistematiche violazioni dei diritti umani: si tratta di un vero ginepraio in cui anche gli specialisti del settore si inoltrano con cautela. Un buon sunto della materia, che ha anche il merito di renderne percepibile la complessità, è desumibile dall’Enciclopedia Treccani.

Tutti argomenti di cui chiunque di noi si diletta pressoché giornalmente.

sad-businessman-bag-over-his-head-37556904In tutto questo non poteva poi mancare il rituale richiamo all’inerzia dell’Unione Europea e – va da sé – l’ironia che vorrebbe essere caustica e salace sull’assenza di iniziative da parte de “la Mogherini”.

E qui mi salta l’embolo.

Intanto perché “la Mogherini” è Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza”.

Appunto, dirà qualcuno.

Appunto un corno, dico io.

Perché l’Alto Commissario per tutta quella roba lì, ai sensi degli articoli 15, 18, 26, 27, 30, 33, 36, 38, 42, 43 del Trattato sull’Unione europea come modificato dal Trattato di Lisbona, si occupa di sviluppo, commercio, aiuti umanitari, risposte alle crisi internazionali, rappresenta l’Unione per le materie che rientrano nella politica estera e di sicurezza comune e conduce, a nome dell’Unione, il dialogo politico con i terzi ed esprime la posizione dell’Unione nelle organizzazioni internazionali e in seno alle conferenze internazionali (sono solo 454 pagine, disponibili QUI). Inoltre, le delegazioni dell’UE presso qualsivoglia foro internazionale “parlano nelle aree di rispettiva competenza previo accordo con gli stati membri”

CON I TERZI: vale a dire con i Paesi NON membri dell’Unione Europea, non con i Paesi membri.

Al massimo ci si potrebbe chiedere cosa abbia da dire in materia la Commissione Per Le Libertà Civili, La Giustizia e Gli Affari Interni del Parlamento Europeo, che con “la Mogherini” proprio non ha niente a che fare, e comunque è una Commissione Parlamentare e non un organo del Potere Esecutivo.

E inoltre, nelle aree di competenza, non rientra la politica interna degli stati membri.

La competenza dell’Unione europea nei confronti degli Stati membri, che risulta dalla giurisprudenza della Corte di giustizia, è infatti limitata dalla impossibilità giuridica, per l’Unione, di intervenire in situazioni che siano puramente interne ad un singolo Stato membro e che sfuggano all’ambito di applicazione del diritto dell’Unione. Si tratta di un limite che si ricollega allo stesso principio delle competenze di attribuzione, in virtù del quale l’Unione può agire solo nella misura delle competenze conferite dagli Stati membri con i Trattati. E nessuno Stato membro ha conferito all’Unione competenze in materia di politica, ordinamento, modalità di esercizio dei diritti attivi e passivi dei propri cittadini, ordine e sicurezza interni. Perché? Perché lo hanno voluto Soros, i poteri forti, Goldman – Sachs, gli Illuminati, la Troika, la Merkel? No, semplicemente perché nel 2005 il trattato che avrebbe portato l’UE non dico ad essere una unità politica ma senz’altro ad una maggiore coesione in materia di politica estera ed interna è stato bocciato in due referendum, in Francia e nei Paesi Bassi. Ci piace? Credo di no, ma non possiamo farci nulla.

Quindi chi chiedersi retoricamente cosa stia facendo “la Mogherini” sulla specifica faccenda equivale a chiedersi perché l’Alto Commissariato delle NU per i Rifugiati non si pronunci sull’impianto a biogas di Pirimpilla Maggiore in Val di Vizze.

Dove volevo arrivare con questo discorso che, si sarà capito, è ispirato al “buscar el Levante por el Poniente” caro a Cristoforo Colombo? Solo ad alcune piccole morali, che provo ad elencare in ordine sparso:

  • Ci piaccia o no, il mondo è assai più complesso di quel che ci piacerebbe credere;
  • Non esistono soluzioni facili a problemi complessi;
  • Per capire le complessità di un problema, non basta una googlata;
  • Prendersela con qualcuno perché ci sta antipatico (meglio se ci sta antipatico perché giovane, donna e di area renziana) non significa necessariamente prendersela con la persona giusta;
  • Accusare qualcuno di non fare cose che non può fare non è indicatore di soverchia intelligenza;
  • Se proprio si deve, pena il crollo dell’autostima, proclamare la propria verità rivelata, non sarebbe male se la stessa fosse sostenuta da qualcosa di serio ed espressa in maniera compiuta e consequenziale;
  • Dire “io la farei più semplice” (commento ad una sommaria spiegazione della giurisprudenza internazionale in materia di diritto all’autodeterminazione) è affermazione del tutto inconcludente a meno di non volerla vedere quale manifestazione di ego ipertrofico ed identificazione con il re Sole di ‘lo Stato sono io’ (in questo caso, peraltro maggiormente di interesse per la psicologia che per la geopolitica);
  • Il fatto che lo stato attuale delle cose possa non piacerci e che la nostra personale Weltanschauung vada in un altro verso è un nostro diritto, ma non ha nulla a che fare con la risoluzione delle controversie internazionali;
  • E, infine, come dice Francesco Frisco in un suo fulminante post, perché non facciamo che, per una volta, non sapete tutti tutto di tutto? Dal riconoscere che non siete dei geni incompresi ed inascoltati a causa del gombloddo ke tutti ci indinnia (1!1!1!) il vostro fegato ci guadagnerebbe. E anche il mio.

relaxed-businessman-bag-over-head-37556495[A scanso di equivoci: Ritengo, con Guy Verhofstadt, che le leadership di ambedue le parti abbiano giocato con la pelle dei cittadini. Credo che non interferire con la politica interna di uno Stato membro non vieti di dire due parole ferme in materia di diritti, di modo di esercitarli, di modo di limitarne l’esercizio quando ció sia contrario alle leggi, rimanendo nel rispetto della Carta dei Diritti Fondamentali, ottenendo cosí, fra l’altro, di sfatare l’idea di una UE non dedita solo a definire eurocetrioli ed europiselli ed a fare le pulci ai conti degli Stati. Anche se conosco lo stato d’animo di chi si trova a fronteggiare una folla che manifesta – e non esiste una folla “pacifica”: i singoli individui saranno senz’altro pacifici, ma la folla si comporta con dinamiche sue che non sono la sommatoria delle volontà degli individui che la compongono – 844 feriti non sono il bilancio di una azione “professionale e proporzionale”. Credo che una linea di condotta più saggia avrebbe consentito lo svolgimento del referendum, avrebbe preso atto del risultato che non sarebbe stato poi così scontato e agito di conseguenza: sottoporre la questione ad un organo internazionale di giustizia in caso di successo dei “SI”, dire “ok, ci avete provato due volte, vi è andata male: almeno per un po’dateci un taglio, anche visto che vi abbiamo già detto che è incostituzionale” in caso di vittoria del “NO” o di mancato raggiungimento del quorum. E soprattutto credo che il mio essere fermamente a favore delle autonomie e altrettanto contrario ai separatismi non cambia di una virgola il fatto che non sono né catalano né spagnolo e, quindi, non ho vero titolo a dire qualcosa sui motivi che hanno portato a questa giornata terribile per la Spagna e per l’Europa]

 

Articolo scritto per Hic Rhodus da Maurizio Sulig

Centurione per quasi quarant’anni, più della metà dei quali al comando di qualcosa di 
nazionali o multinazionale. Sei turni in ex-Iugoslavia e Afghanistan. Si esprime in 
inglese e tedesco senza essere causa di frizioni internazionali. Vive in Alto Adige con 
famiglia e gatto (rosso).

via Catalogna, 1 Ottobre. Ovvero: Facciamo che per una volta non sapete, tutti, tutto di tutto? — Hic Rhodus