Zucche Lucane e non…

Tratto da:Onda Lucana®by Antonio Morena  e Ivan Larotonda

Riecco presentarsi il macabro carnevale anglosassone. Ennesima frivolezza straniera da aggiungere alle nostre locali, pecorecce, storielle fatte di scarso amor patrio e sovrabbondante amor proprio. Egoismo fatto sistema, delle mille caste d’ogni tipo che, scontrandosi tra loro, hanno ridotto a macerie una intera società. Egoismo e invidia strabordanti, della beata superclasse internazionale nei confronti del volgare, radicato nel suo territorio, popolino. Reo di aver scelto forze politiche ribelli al dettato dei mercati.

Zucche Lucane Onda Lucana®by©Antonio Morena 2018
Vignetta tratta da repertorio di Onda Lucana®byAntonio Morena 2018

Reo di perseverare a vivere osservando il sole sbucare dai crinali dei monti natii. E già, intanto i dati sulla Lucania continuano a registrare la fuga dei giovani dalla propria Regione, mentre continua l’interregno, nell’attesa di un cambiamento anche da queste parti. Cambiamento? Ci crediamo poco, proprio perché le forze giovani, quelle sempre smaniose di novità, vengono sempre meno, diluendosi nella Babele dell’iper-connesso mondo occidentale. Cosa potrebbe interessare al giovane migrante lucano, del destino spettante alla sua terra d’origine? Impegnato com’è a svolgere i tanti lavori a missione, si chiamano così i precari, come se fossero dei supereroi, ed in fondo lo si è diventati, vivendo in questi tempi senza Stato, Famiglia e Credo.

Viviamo in un quadro di Brugel, nei suoi carnevali macabri, forse è per questo che ha tanto successo, Halloween, d’altronde chi smarrisce il senso del bene e del male, è andato oltre Nietzsche e Freud, ogni confine è stato abolito. Ci hanno impiegato mezzo secolo circa, ma alla fine ce l’hanno fatta; non resta che risalire dal fondo, dagli abissi, e riscoprire la bellezza di vivere in una comunità, unita, libera e sovrana, tutte qualità che discendono da qualcosa che un tempo racchiudeva, proteggeva, fortificava, e veniva chiamata Nazione.

Tratto da:Onda Lucana®by Antonio Morena  e Ivan Larotonda

Tutte la vigna e il testo non possono  essere riprodotti salvo autorizzazione.