Perché Bacone aveva torto

Tratto da:Onda Lucana® by Marco Di Geronimo

Due sono i modelli che propongono una definizione del sistema naturale: il modello biocentrico (che vede l’uomo come corresponsabile di un unico sistema assieme alle altre forme di vita) e il modello antropocentrico (che considera la Natura come un «oggetto» che l’uomo può manipolare e sfruttare a suo vantaggio).

La tesi di Giordano Bruno, riconducibile al biocentrismo, appare molto interessante e estremamente moderna, considerando la sempre più crescente attenzione nei confronti dei diritti di animali e piante e delle tematiche ambientali ed ecologiche. In particolare, è ormai accertato e riconosciuto che l’uomo non gode e non deve godere di una presunta supremazia ontologica sul resto delle specie.

Appare più confortante, più degna della razionalità umana e, a lungo termine, molto più conveniente l’idea del filosofo di Nola e il modello che ne è derivato, e che invita l’uomo a prestare attenzione all’ecosistema di cui fa parte.

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Viceversa non si può trascendere dai principi meccanicistici su cui la scienza si fonda e che Francesco Bacone espone nelle sue idee, concludendo che la natura in quanto tale è un oggetto e che, perciò, può essere e deve essere dominata dall’uomo. Il filosofo anglosassone giunge a disconoscere ogni forma di bellezza naturale e afferma che ogni esperimento e ogni conoscenza della natura deve avere come fine ultimo l’interesse e il vantaggio intrinseco per l’uomo.

Simili conclusioni, per quanto razionali, sono state però minate dalla scienza stessa, che ha riconosciuto il ruolo decisivo che i principi di rispetto e amore per la natura delineati da Bruno hanno nella conservazione e nell’interesse della stessa specie umana. Al servizio dell’uomo è dunque la scienza e non la natura.

Tratto da:Onda Lucana® by Marco Di Geronimo